
Stefano Mancuso è professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze
La terza edizione di Pianeta Terra Festival che si è appena conclusa a Lucca, ha dimostrato di saper rappresentare un contenitore scientifico e culturale in grado di sviluppare il dialogo tra soggetti, mettendo tutto questo a disposizione di chi può e deve fare qualcosa per la tutela del Pianeta. Il Festival, nato dagli Editori Laterza con la promozione di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è diventato un appuntamento di rilievo nazionale, grazie ai contributi dei suoi ospiti che hanno reso possibile il confronto, l’esperienza, il sapere da condividere. Un’eredità da spendere per il bene comune attraverso il cambio di paradigma che transita dal mutuo aiuto. Ne abbiamo parlato con il direttore scientifico del Festival, il professor Stefano Mancuso, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Firenze.
Soddisfatto per questa edizione di Pianeta Terra Festival?
"Molto soddisfatto, registriamo un aumento della partecipazione con gli eventi in poco tempo sold out e quindi la partecipazione è importante; ma al di là dei numeri quello che mi rende soddisfatto è la straordinaria qualità: arrivano persone interessate ai temi trattati che nutrono molto interesse, non soltanto dall’Italia ma, anche dall’estero; vuol dire che il temi legati al nostro pianeta sono sentiti ed è una bella notizia".
Tanti argomenti, molti relatori, che cosa è sorto dal dibattito sulle “Comunità naturali”?
"È un tema affascinante e misterioso; le comunità naturali sono un insieme di individui che condividono l’ecosistema; ma sappiamo che non basta, occorre che gli individui cooperino; l’intervento del professor Dionigi ha trattato il tema dal punto di vista filologico ed è importante sapere che “contestare” significa testimoniare insieme, non ha quindi un’accezione negativa".
Il Festival è l’occasione per parlare di ambiente. Servono però atti concreti per arginare l’emergenza climatica...
"Il tema è complesso e la risposta non facile; ma occorre lavorare tutti insieme da più lati: la cosa più importante è educarsi, per questo iniziative come Pianeta Terra Festival sono importanti perché creano comunità e opportunità di scambio e conoscenze da mettere a frutto".
Il cambiamento climatico con eventi estremi non prevedibili è fonte di preoccupazione. Come dovremmo affrontarlo?
"Siamo di fronte a due aspetti: uno lo conosciamo ed è dato dalla necessità di eliminare i gas prodotti dall’uomo. Dobbiamo fare di tutto per arrivare a questo obiettivo determinante. Il secondo è che il cambiamento climatico è un fatto, occorre intervenire sulle nostre città, trasformandole in luoghi in grado di resistere; nel luglio 2022 ci sono stati 65mila decessi per il caldo, muoiono i più fragili e i meno ricchi, quindi dobbiamo coprire le città di alberi. A Barcellona quando hanno fatto esperimenti di riadattamento (le supermanzanas, ndr), l’allora sindaca e amica Ada Colau ha incontrato resistenze ma sono andati avanti e oggi i risultati, apprezzati, sono sotto gli occhi di tutti".
Pianeta Terra Festival si farà ancora?
"Glielo confermo. E ne sono felice. La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha dato la disponibilità per i prossimi due anni, un atto importante che fa bene alla città ma direi alla tutela del pianeta".