
È finito di fronte al giudice per le udienze preliminari Rodolfo Giannini, l’86enne che ad aprile scorso aprì il fuoco, contro suo cognato, colpendolo ad una mano, vicino di casa a San Cassiano di Controne, piccola frazione montana del Comune di Bagni di Lucca. Dopo una lunga serie di litigi, nati nel tempo da motivi di ordinaria convivenza, i malesseri tra i due sono sfociati quel pomeriggio di tre mesi fa in una sparatoria per la quale il pensionato, che è ancora oggi agli arresti domiciliari, dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio.
Qualche giorno fa, in udienza preliminare, la vittima si è costituita parte civile e la difesa, che ha richiesto di procedere con rito abbreviato, ha prodotto una scheda delle condizioni mentali dell’imputato, dalla quale sarebbe emerso un deficit anche cognitivo. Da stabilire, adesso, se esso sia riconducibile all’età o meno e, soprattutto, se vada a incidere sulle facoltà volitive. Per questo motivo il gup Antonia Aracri ha ammesso la perizia psichiatrica, che sarà affidata al dottor Alessandro Del Debbio, dirigente medico a Viareggio, e per la quale tutto è rinviato al 29 luglio.
Giannini, già in fase di interrogatorio, ha più volte spiegato che il suo obiettivo era prendere il cellulare con cui il cognato a quanto pare stava riprendendo la discussione, accesa a tal punto che dalle minacce si è passati ai fatti in pochi secondi.
Da quel video gli inquirenti sono riusciti a estrapolare alcune immagini in cui si vede l’86enne impugnare la pistola. Poi, dopo lo sparo, la vittima cade a terra e il cellulare perde l’inquadratura. Uno dei nodi da sciogliere sarà appunto il tipo di dolo dell’imputato, questa probabilmente la questione principale su cui verterà la discussione.
Teresa Scarcella