
Il padel diventa...croce e delizia. E’ stato presentato ricorso al Tar contro l’autorizzazione rilasciata dal Comune al Tennis club Europa per la realizzazione del nuovo capannone per praticare padel, collocato tra via Colombo e via della Barbiera. L’avvocato fiorentino Fabio Colzi – legale rappresentante di alcuni confinanti – si è rivolto al tribunale amministrativo per contestare il permesso a costruire formalizzato dagli uffici comunali sollevando una questione di legittimità. La difficile convivenza tra padel e residenti per la verità affonda le radici nel passato: tre anni fa, con il boom della nuova pratica sportiva, il Tennis Europa ha adibito uno spazio apposito in quello che era un campetto per bambini; dopo le proteste e le azioni dei vicini che contestavano il rumore della pallina contro le pareti di plexiglas, ecco il progetto avanzato dalla proprietà dell’impiato per montare un capannone. Proposta accolta e autorizzata dall’amministrazione comunale, tanto che un mese fa sono iniziati gli interventi di montaggio. Ma quel ’pallone’ resta indigesto a chi abita vicino, tanto da inoltrare formale richiesta di sospensiva dell’autorizzazione, in attesa del giudizio del Tar.
"Il giudice – premette l’avvocato Colzi – sarà chiamato ad esprimersi se il provvedimento rilasciato dal Comune è conforme alle norme edilizieurbansitiche che si è dato relativamente a quella zona, e alla destione urbanistica del terreno del tennis Europa che è per ’servizi sportivi privati’. Due sono i nostri principali argomenti di contestazione: in primis in quest’area classificata come H1 gli impianti sportivi non possono essere realizzati laddove comportino inquinamento acustico. Siccome il padel per sua modalità è uno sport che comporta rumore all’esterno perchè le palle battono contro le pareti in plexiglas, quindi quella struttura non poteva essere realizzata. E non ci convince la relazione tecnica del tennis Europa che conferma la presenza di barriere acustiche perchè, di fatto, il rumore viene percepito. Il secondo problema è la distanza dal confine che il regolamento urbanistico fissa in 5 metri, mentre questa nuova struttura si trova a meno di un metro, con basamenti in cemento armato e calcestruzzo, configurandosi pertanto come impianto fisso con copertura e non certo come copertura temporanea. Ma ciò che più stupisce – conclude il legale – è che l’amministrazione comunale, tanto attenta a vietare l’utilizzo di soffioni in estate e a imporre lo stop dei cantieri edili per tutelare il relax in vacanza, come può consentire che venga praticato padel dalle 8 alle 21, cioè per 13 ore consecutive vicino alle abitazioni?".
Francesca Navari