
La delegazione degli avvocati ieri di fronte al carcere (foto Alcide)
Con i termometri che superano i 38 gradi nella settimana di ferragosto, non servono grandi sforzi per percepire "l’estate addosso" e il conseguente desiderio di un tuffo al mare o di aria condizionata. Più difficile diventa però immaginare cosa significhino queste temperature in celle sovraffollate, quando si è in quattro in uno spazio convenzionato per due e il climatizzatore è solo un miraggio.
E’ il caso del carcere San Giorgio di Lucca, che attualmente ospita 94 detenuti a fronte di una capienza massima di circa 60 posti, con persone costretta a vivere – e quindi a mangiare, dormire e andare al bagno – in pochissimi metri quadrati e in condizioni igieniche precarie, che puntualmente peggiorano con il caldo rovente.
"La situazione è davvero drammatica – ha raccontato la garante dei diritti dei detenuti Giulia Gambardella - Le temperature sono altissime e una cella da due arriva a contenere anche quattro persone, con ospiti che la notte spostano i materassi a terra, vicino al wc, per cercare un minimo di riparo dal caldo nel poco spazio calpestabile. All’interno del San Giorgio non è presente neanche la mensa, quindi ciascun detenuto è costretto a consumare il suo piatto sul letto, vicino ai bagni, tra odori che lascio solo immaginare".
Un insieme di circostanze che ha portato, soprattutto negli ultimi mesi, a un aumento degli episodi di violenza ai danni della polizia penitenziaria, dettato anche dall’arrivo di detenuti – alcuni dei quali sono stati ora trasferiti in altre strutture – che il carcere di Lucca non è in grado di gestire, non disponendo di un reparto idoneo all’isolamento e all’interruzione dei rapporti di socialità. È a partire da questa fotografia scattata dall’avvocata Gambardella che l’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) - in collaborazione con il Consiglio dell’ordine degli avvocati, il Comitato pari opportunità e la camera penale di Lucca – ha avviato la raccolta fondi ‘Aria di dignità’ che in poche settimane ha raccolto più di mille euro di donazioni, poi ‘convertite’ in un centinaio di ventilatori manuali consegnati ieri mattina da una delegazione al carcere cittadino.
"Si tratta di piccoli ventilatori alimentati a pile per questioni legate alla sicurezza e alla praticità della struttura – ha precisato la vicepresidente Aiga Claudia Calamai – che saranno consegnati a ciascun ospite del carcere, dove nel corso della stagione continueremo a far arrivare le batterie. Ringrazio tutte le persone, le istituzioni e le associazioni che hanno reso possibile questo gesto di solidarietà".
Certo, i dispositivi non risolveranno né il problema del sovraffollamento né l’emergenza caldo all’interno delle celle, ma, come ribadito dal presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Lucca Flaviano Dal Lago, "meglio una goccia nel mare che nulla".
Jessica Quilici