MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

Omaggio a Puccini: “Manon.recomposed“

Il trio italo-svizzero “Niton“ spiega i curiosi rertroscena dello show musicale che proporrà domenica al Mercato del Carmine

Il trio italo-svizzero “Niton“ spiega i curiosi rertroscena dello show musicale che proporrà domenica al Mercato del Carmine

Il trio italo-svizzero “Niton“ spiega i curiosi rertroscena dello show musicale che proporrà domenica al Mercato del Carmine

Lo spettacolo di domenica alle ore 19 al Mercato del Carmine con il Trio “Niton” che proporrà la versione elettrico ed elettroacustico di “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini, sancirà una vera e propria “Manon.recomposed”, come recita il titolo. E sarà, indubbiamente, un’insolita sorpresa. Nell’attesa di questo evento ad ingresso libero che si inserisce nell’ambito della cornice del Centenario dedicato al Maestro Giacomo Puccini, ci imbattiamo nei componenti il trio italo-svizzero.

Tre giovani musicisti a tutto tondo la cui idea di tributare una riedizione insolita e intrigante di Manon Lescaut, nasce comunque da un pezzo della vita del compositore lucchese. Soprattutto dal fatto che Puccini, dal 1886 al 1892, trascorse per qualche anno la sua villeggiatura a Vacallo, piccolo comune del Canton Ticino. Da qui, l’ispirazione del trio formato da Zeno Gabaglio al violoncello elettrico, El Toxyque, oggetti amplificati e Luca Xelius Martegani ai sintetizzatori analogici ai quali si aggiungono Sandra Merz, soprano e Roberto Macchiut, live visual. A Zeno Gabaglio abbiamo posto alcune domande.

Scusi, che cosa c’entra Vacallo con Puccini?

"È un piccolo paesino tra Italia e Svizzera e qui abbiamo scoperto che Giacomo Puccini, nel periodo in cui viveva a Milano, probabilmente per stare vicino a Giulio Ricordi che dimorava a Cernobbio, ha trascorso diversi periodi di villeggiatura; il nostro studio di registrazione si trova a Vacallo in via Giacomo Puccini e sempre nel piccolo paesino, scrisse buona parte di Manon Lescaut: abbiamo respirato quest’aria ed è nato il lavoro su Manon Lescaut...recomposed".

Come giudica il contrasto tra la melodia pucciniana e gli strumenti da voi utilizzati?

"Sicuramente niente di più lontano dallo stile pucciniano; noi siamo un gruppo “elettronico” e non vi è nessuna intenzione di “sfregiare” stili e melodie, semmai la volontà di proporre Manon attraverso una forma rispettosa; si tratta di uno spettacolo che durerà un’ora, quindi indubbiamente più corto della versione operistica ma sarà, dal punto di vista sensoriale, un’esperienza molto coinvolgente perché basata su ambientazioni vocali e orchestrali".

È la prima volta che vi cimentate in un’opera simile?

"Alcuni anni fa, il Centro culturale di Lugano ci commissionò un lavoro su Bohème ma oggi proporre questo spettacolo all’interno del Centenario ci fa immenso piacere".

La musica operistica con quella elettrica-elettronica: si può fare?

"Quando di parla di musica classica incontriamo spesso resistenza dimenticandoci che proprio nell’epoca in cui Puccini ha vissuto assistevamo a rimaneggiamenti musicali".

Che cosa si racconta a Vacallo di Puccini... o su Puccini?

"I suoi soggiorni avvennero durante un periodo di minore agio; forse la vicinanza a Ricordi che abitava a Cernobbio influì su a questa scelta, tuttavia Puccini ebbe modo di andare a caccia – il paese è a 450 metri di altitudine – e visse quei lunghi mesi di villeggiatura secondo le passioni che lo caratterizzarono, nessuna esclusa".