
Allo spazio dedicato a libri su Venezia Giulia e Dalmazia all’Agorà sono apparsi cartelli con scritto “Smrt Fasizmu“ (Morte al fascismo) e “Basta revisionismi“. Il sindaco Pardini: "Il centrosinistra si dissoci".
Nemmeno il tempo di inaugurarlo, ed ecco l’atto vile, barbaro, di offesa alla memoria dei tanti italiani che sul confine orientale hanno perso i beni, i luoghi di nascita, molto spesso la vita. A poche ore dall’inaugurazione dello Scaffale del Ricordo, un angolo della Biblioteca comunale Agorà istituito con un progetto pilota nazionale per ricordare, attraverso libri, riviste e altro materiale il dramma degli italiani scacciati dall’Istria, dalla Dalmazia e da Fiume (molti dei quali trovarono ospitalità proprio nella nostra città), c’è chi ha pensato di violare quello spazio apponendo cartelli in lingua slava.
"Smrt fasizmu - morte al fascismo" e "basta revisionismi": questo il testo dei cartelli, accompagnati da forche per l’impiccagione e bandiere dei gruppi antifascisti estremisti, che hanno generato sconcerto e indignazione prima di tutto nel sindaco Pardini che poche ore prima aveva inaugurato lo scaffale, una preziosa testimonianza di una pagina dolorosa della nostra storia. Sull’episodio, sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato è partita anche una verifica interna da parte dell’ufficio comunale che gestisce la struttura.
"Un atto grave, ancora di più perché compiuto in una struttura pubblica votata alla cultura – scrive Pardini su Facebook – che dovrebbe servire a ‘costruire ponti‘ e non per dividerci. Mi aspetto che tutti gli esponenti della minoranza in consiglio comunale prendano le distanze da questa vergognai".
Opposizioni che, per il momento, hanno evitato ogni commento o condanna. Atteggiamento che ha spinto il sindaco a tornare poche ore dopo sul tema con un video nel quale ha fatto anche capire che partirà una denuncia contro gli autori o l’autore del gesto. "In questi anni sono stato chiamato tante volte in causa dalla minoranza – ha aggiunto – dalla minoranza perché non avrei risposto su alcuni episodi, cosa peraltro non vera. Faccio una considerazione: in questi anni il sottoscritto ha ricevuto auguri di morte, avete sentito voci di solidarietà dall’opposizione? In questi anni qualcuno si è permesso di accostarmi alla mafia: qualcuno ha preso le distanze? Ieri è stato vergognosamente oltraggiato lo Scaffale del Ricordo, immaginate solo per un secondo se fosse stato oltraggiato uno Scaffale della Memoria oppure un sindaco di centrosinistra fosse accostato alla mafia o minacciato di morte? Si chiederebbe l’intervento dei caschi blu dell’Onu. Chiedo, a chi si vuole porre come alternativa di governo, possibile che il vostro silenzio assordante debba essere sempre dietro a cose così gravi?".
A condannare duramente l’accaduto anche il senatore di Fratelli d’Italia Roberto Menia, padre della legge per la Giornata del Ricordo e presente all’inaugurazione lucchese dello Scaffale a cui ha donato il suo libro dal titolo "10 Febbraio dalle Foibe all’Esodo". "Ecco la provocazione lurida di qualcuno – scrive – che, a cerimonia finita si è recato nello stesso luogo e, scrivendo in lingua slava il grido degli infoibatori titini, sotto l’immagine della medaglia d’oro Norma Cossetto, ha voluto così oltraggiare i nostri morti e la nostra storia. Episodio disgustoso, di sicura rilevanza penale, sul quale chiedo a forze dell’ordine e magistratura di indagare e procedere. La biblioteca è dotata di telecamere di sorveglianza: non sarà difficile individuare l’autore o gli autori del gesto, omuncoli senz’anima e senza patria".
Fabrizio Vincenti