REDAZIONE LUCCA

“Non è colpa dei brutti se sono cattivi“

Domenica al Pinturicchio il libro di Fabio Nocchi, autore di “Striscia la Notizia” e de “Il Vernacoliere

“Non è colpa dei brutti se sono cattivi” è il titolo del romanzo d’esordio di Fabio Nocchi, autore storico del programma cult di Canale 5 “Striscia la Notizia” e del mensile “Il Vernacoliere”. Domenica alle 17 Nocchi, laureato in Psicologia, lucchese doc e milanese d’adozione, presenterà il libro, tutto da leggere, nella sua città d’origine e lo farà nella sala della cultura e della musica del Pinturicchio di via Pompeo Batoni 127 a Borgo Giannotti.

Il filo conduttore di questa opera prima, pubblicata da “Augh! Edizioni”, è la musica anni 80 e per questo nel corso della presentazione Nocchi, cantante per passione, interpreterà anche alcune canzoni di quel periodo, accompagnato alla chitarra (e voce) dal suo amico Stefano Rapezzi. Al Pinturicchio, tra un brano musicale e l’altro, l’autore sarà intervistato dal giornalista Sirio Del Grande e potrà così illustrare al pubblico il suo esordio editoriale, un romanzo di formazione con al centro le esperienze adolescenziali di Samuele, detto Lele, un ragazzo diverso, “fiorentino a Lucca e lucchese a Firenze. Australiano in Italia”. “Era brutto, sporco - si dice in una delle prime pagine - e, un giorno, sarebbe finalmente riuscito a diventare anche cattivo”. Al termine dell’incontro è previsto anche un simpatico momento conviviale in compagnia di Fabio Nocchi nel corso del quale, ovviamente, sarà possibile per i presenti farsi fare una dedica speciale sulla propria copia del libro. L’ingresso del pubblico sarà libero, fino a esaurimento posti, con super green pass obbligatorio.

Il romanzo è ambientato negli anni Ottanta, e narra di Samuele che vive a Lucca con la madre Rossella, figlia di italiani emigrati in Australia. Il ragazzo cresce sognando di fuggire a Melbourne, ma il centro del mondo, per il momento, è la periferia di Firenze. È con l’adolescenza che Lele si scontrerà con due evidenze per lui sconvolgenti: è brutto ed è povero. Le Timberland se le può scordare e, di conseguenza, pure la popolarità e le ragazze. Ma c’è una via di uscita: diventare cattivo, dentro e fuori.