REDAZIONE LUCCA

Niente strada per Pertini. Il consiglio boccia la mozione e il caso diventa nazionale

Bagarre al momento di votare la richiesta di Bianucci. Il centrosinistra: "Una pagina nera". Il consiglieri Ricci (FI) aveva spiegato: “C’è una road map e abbiamo altre priorità“.

Uno scontro al calor bianco che da dentro l’aula del consiglio comunale si è prima propagato alla città e poi piano piano fuori le Mura fino ad arrivare, ieri sera, sui tavoli romani. Parliamo del ”no” alla mozione con cui il consigliere di Sinistra Per, Daniele Bianucci, ha chiesto di dedicare una piazza o una via al Presidente della Repubblica Sandro Pertini. E che invece è stata respinta dal consiglio comunale con 17 voti contrari e 12 a favore (di cui due di maggioranza: Luciano Panelli di Lucca 2032 che ha palesato all’assemblea il suo voto a favore e Armando Pasquinelli della Lega che ha poi chiesto al presidente del consiglio di rettificare il voto in contrario, quando però era tardi).

Alla richiesta di Bianucci aveva risposto in aula a nome di tutta la maggioranza il consigliere di Forza Italia Giovanni Ricci, spiegando come l’amministrazione ha deciso per la toponomastica di istituire una commissione ad hoc. Non c’è stato nessun altro intervento né presa di posizione, come spiega anche il sindaco nell’articolo qui sotto; tanomeno si è entrati nel merito della vicenda. "L’amministrazione ha fissato una road map che contiene priorità differenti – ha detto Ricci in aula – Quanto viene chiesto poteva essere fatto dai proponenti durante il periodo in cui hanno governato la città, nella precedente amministrazione. Non vediamo il motivo per cui oggi debbano chiederlo a noi dopo che per dieci anni hanno intitolato piazze, vie e monumenti ad altre figure".

Parole alle quali ha replicato il capogruppo del Pd, Francesco Raspini, il cui intervento è stato più volte interrotto, in particolare dall’assessore Fabio Barsanti con il quale è nato un accesso battibecco.

Ieri il centrosinistra lucchese è tornato in modo duro sullo scontro, accusando: “Le urla che ci ha rivolto l’assessore Barsanti per impedirci di parlare, gli sghignazzi provocatori dell’altra assessora Mia Pisano, le grida del motto fascista ‘A noi!‘ da parte del capogruppo di Fratelli d’Italia Lido Fava, le spiegazioni fuori dell’emiciclo di vari consiglieri della maggioranza ‘che no, a Lucca una strada ad uno che è stato partigiano non la si può proprio dedicare‘. E soprattutto il silenzio imbarazzante del sindaco, come sempre privo di qualsiasi polso e nella pratica commissariato dall’estrema destra, che è stata determinante per la sua vittoria e che da più di un anno fa ormai il buono e cattivo tempo nelle scelte dell’Amministrazione”.

Il centrosinista accusa ancora: “Pertini è stato il presidente della Repubblica più amato dagli italiani, ha rappresentato a pieno il senso dell’unità nazionale e della democrazia richiamato dalla Costituzione. La seduta rimarrà per sempre come una delle pagine più tristi e nere della storia dell’assise di Palazzo Santini”.

Ma come detto la questione è poi diventata di carattere nazionale, al punto che anche la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, è intervenuta in modo duro: "Si stenta a capire quali siano i valori che guidano le destre in questo Paese. È sconcertante il ‘no‘ arrivato dal consiglio comunale di Lucca all‘intitolazione di una strada all‘ex presidente della Repubblica Sandro Pertini. E di fronte alla storia di un uomo che ha dedicato la vita alla difesa della libertà e all‘affermazione della giustizia sociale è arrivato anche lo scempio del capogruppo di Fratelli d‘Italia che in aula ha gridato ‘a noi‘".

A livello locale, invece il Partito Socialista Italiano ringrazia ”oltre a tutti i consiglieri comunali di centrosinistra anche due consiglieri di maggioranza hanno votato a favore“, ma rimarca anche “il grave comportamento del sindaco Mario Pardini che non è intervenuto nella discussione . Non ha detto una parola al riguardo. Eppure lui amministra un comune voluto dai Padri della Repubblica e della Resistenza contro i nazifascisti”.

Francesco Meucci