
Pescatori all'opera (Borghesi)
Lucca, 12 luglio 2016 - La Toscana (e quindi Barga) non ha diritto di pesca nelle acque del Lago Santo in provincia di Modena. Così sentenzia il Commissario Usi civici per l’Emilia Romagna e le Marche, condannando l’Asbuc di Barga ed insieme anche la Regione Toscana che aveva appoggiato l’istanza, alla refusione delle spese processuali sostenute dalle altre parti in causa per circa 20mila euro.
Una sentenza quella emessa a Bologna, il 3 giugno scorso, che risponde alla vertenza avviata dallo stesso Asbuc di Barga nel 2006 per il riconoscimento dei diritti di caccia e pesca nel territorio del Lago Santo modenese. Tutto era nato, a quanto si sa, dalla condanna di un pescatore barghigiano per una trota pescata nelle acque del Lago Santo modenese. Da qui era partita la richiesta di Asbuc di veder riconosciuti i diritti a caccia e pesca come a Barga si è sempre pensato dovesse essere in quanto qui si vanta la paternità sul territorio in cui sorge il Lago santo. «Abbiamo ereditato questo procedimento dalla vecchia gestione, ma non intendiamo cedere – commenta l’attuale presidente dell’Asbuc Dario Pierantoni –. Presenteremo ricorso e porteremo la pratica davanti al Commissario agli Usi Civici nazionale a Roma».
«Perché – conclude Pierantoni – non vogliamo perdere dei diritti che sono nostri e che ci spettano». Non l’ha pensata invece così alla fine il Commissario degli Usi Civici emiliani, secondo il quale Barga avrebbe perso tale diritto storico con una legge del 1927 che imponeva agli aventi diritto di fare nuova richiesta. Richiesta che non sarebbe stata presentata facendo di fatto decadere il privilegio. La questione va avanti. Se ne riparlerà adesso a Roma