FABRIZIO VINCENTI
Cronaca

Massimo Micheli: "L’Anfiteatro?. Può diventare la nostra. Piazza del Campo"

L’imprenditore crede nelle potenzialità non solo turistiche "Con l’arrivo dell’assessore Santini anche l’Amministrazione lo sa. Troppi locali di ristorazione? Sono gli unici che possono competere".

L’imprenditore crede nelle potenzialità non solo turistiche "Con l’arrivo dell’assessore Santini anche l’Amministrazione lo sa. Troppi locali di ristorazione? Sono gli unici che possono competere".

L’imprenditore crede nelle potenzialità non solo turistiche "Con l’arrivo dell’assessore Santini anche l’Amministrazione lo sa. Troppi locali di ristorazione? Sono gli unici che possono competere".

E’ tra gli imprenditori che ha sempre creduto nelle potenzialità di piazza Anfiteatro, uno dei pochi di Lucca: Massimo Micheli possiede numerosi locali, a partire da Podere Micheli, che si affacciano sulla storica piazza. Micheli, che non fa mistero di amare la città e la sue tradizioni, ha scommesso anche sul recupero di alcune vecchie ricette, sui prodotti del territorio, dando vita anche a una birra che porta il nome di Felix. Non per caso, visto che il primo birraio di Lucca, si chiamava proprio Felix Pfanner. Per la prima volta parla un ristoratore della piazza straordinariamente bella e unica al mondo, ma anche oggetto di polemiche proprio per l’eccessivo numero di locali presenti.

E’ del tutto evidente che la piazza è strapiena di locali... "Sono oggettivamente tanti, solo in piazza una quindicina, e capisco, da imprenditore, che la concorrenza è spietata. Non tutti sanno che i costi sono alti e serve fare cassa per tenere i conti in equilibrio".

E nel frattempo sono sparite tutte o quasi le altre attività... "Il luogo si presta naturalmente per fare ristorazione che è l’unica soluzione commerciale che sta in piedi. Peraltro è un problema che hanno anche altre zone del centro, quello che può essere fatto è una tutela e protezione dei negozi tipici".

Quanto viene un affitto di un fondo in Anfiteatro? "Si va intorno ai 3500 euro a fondo, ovvio che se ne ha due o tre attaccati deve moltiplicare per quel numero l’importo".

La piazza presenta criticità evidente: basti pensare ai "buttadentro" o anche a certi arredi decisamente invasivi. "Abbiamo fatto passi in avanti, i tavoli ora sono dove devono stare, una volta erano ovunque o quasi. I regolamenti ci sono: alcuni oggetti non potrebbero starci, basta far rispettare le regole. Quanto ai "buttadentro", non c’è una regolamentazione, ma in alcune città hanno trovato escamotage".

Che altri problemi ha la piazza, secondo il punto di vista di un ristoratore? "Alcuni strutturali, penso alla tariffa del suolo pubblico che è davvero alta e che a mio avviso deve essere rivista, con particolare attenzione per i mesi invernali. Ci sono poi criticità per la difficoltà di poter collocare, sempre d’inverno, delle strutture per riparare dal freddo i clienti. E infine continuano a esserci mezzi di carico e scarico in piazza, eppure ogni attività ha un ingresso anche sul lato esterno della piazza".

Gli imprenditori lucchesi sono pochi però. Perché? "E’ una piazza difficile, anni fa era sostanzialmente una piazza molto stagionale e in molti hanno preferito fare investimenti in zone dove c’era più continuità. Da parte nostra, abbiamo invece scelto di tenere aperto anche durante gli inverni. Nel frattempo, la stagionalità è divenuta meno forte, ma le licenze sono bloccate e quelle che si sono costano molto: adesso non è facile, serviva investire prima".

E i clienti lucchesi invece ci sono? "A mio avviso il periodo pandemico è stato un punto di svolta: abbiamo dato vita a una serie di eventi e la necessità di stare all’aperto ha avvicinato tanti lucchesi che poi sono rimasti nel tempo. Certo, vanno trattati in un certo modo, sconto compreso. C’è poi altro da dire...".

Ovvero? "Ovvero che la piazza, per troppo tempo, non è stata considerata non solo dai lucchesi ma anche dagli amministratori, quasi un luogo dimenticato. Eppure la città punta sul turismo, ma in passato qui si sono solo contate iniziative spot. Un cambio epocale, va dato atto, è avvenuto con l’assessorato di Santini che ha dato importanza alla piazza, con il quale il dialogo è continuato. Ha creato eventi di qualità, basti pensare a quelli per Natale o per il Carnevale. La piazza ora ha una importanza strategica, senza contare che alcune criticità, come un metro di suolo pubblico in più o la raccolta dei rifiuti, sono state risolte".

Come si fa a continuare a riportare i lucchesi in Anfiteatro? "Si deve continuare con le iniziative, basta che siano però di qualità. La piazza è un palcoscenico incredibile: perché non portare qui eventi che contribuiscono a valorizzare il territorio e le nostre tradizioni?".

Qual è il rapporto con i residenti? "Di residenti purtroppo ne sono rimasti pochi come in un po’ tutto il centro storico. I costi e anche i disagi di case non facilmente accessibili pesano, a maggior ragione per una popolazione tendenzialmente avanti con gli anni. Quanto ai locali, abbiamo cercato di trovare un compromesso e per rispetto dei residenti chiudiamo alla mezzanotte. Sottolineo come sia fondamentale la presenza di questi ultimi, anche se capisco come non sia facile trattenerli: andrebbero creati incentivi a rimanere e servizi specifici".

Come se la immagina o la sogna piazza Anfiteatro? "Da lucchese che ama la propria città, credo sia giusto ricordare che abbiamo un patrimonio straordinario e mi piacerebbe che si riuscisse a cogliere l’importanza di questo luogo che ha tanto da offrire, anche alle famiglie con i bambini. Il mio sogno è che arrivi ad avere l’importanza che piazza del Campo ha per Siena".