
Massimiliano Bindocci
Un lavoratore ha vinto il ricorso contro un licenziamento in un’azienda del gruppo Snaitech e ha ottenuto 24 mensilità di risarcimento.
Il lavoratore, addetto alla post produzione tecnica video, dipendente della Epiqa nella sede di Porcari, a seguito di alcune epressioni utilizzate sicuramente fuori luogo e rivolte a una collega, era stato licenziato a febbraio 2024.
L’azienda si rese indisponibile ad ogni mediazione sindacale e anche il sindacato interno non promosse iniziative a tutela del lavoratore. Il dipendente, assistito dall’avvocato l’avvocato Giulio Roberti e dalla Uilcom Uil di Lucca e cui è iscritto, decide di impugnare il licenziamento e dopo diverse udienze anche testimoniali, il provvedimento del licenziamento è stato ritenuto dal giudice del lavoro di Lucca illegittimo, perchè spropositato, anche perchè in tale contesto lavorativo alcune espressioni erano solitamente tollerate, e dunque per quanto censurabili non erano evidentemente cosi gravi. Anzi è emerso che l’uomo era stato trattato non sempre bene dalla collega stessa.
La sentenza del tribunale ha stabilito che il lavoratore ha diritto al risarcimento massimo, pari a 24 mensilità per un totale di circa 50mila euro, riconoscendo così la gravità della situazione e la violazione dei suoi diritti.
"Per quanto il dipendente abbia avuto ragione – sottolinea Massimiliano Bindocci, segretario generale Uilcom Toscana – non è possibile la reintegra perché la norma con cui il Governo Renzi ha abolito il vecchio articolo 18 non la consente più pur avendo il lavoratore ragione, in modo evidente. A proposito di licenziamenti che riteniamo ingiusti come Uil recentemente ci stiamo mobilitando contro tre licenziamenti disciplinari avveuti alla Serena Cecchini Design di Camigliano, dove tre donne sono state mandate a casa con un licenziamento disciplinare a nostro avviso assurdoi ed assolutamente illegittimo".