Se nelle vie della passeggiata di Lucca si incontrava un uomo con sottobraccio un rotolo di fogli da disegno, si trattava certamente del pittore Cesare Stefani, classe 1909, un artista che aveva abbandonato l’insegnamento della lingua greca per affrontare seriamente lo studio della pittura. Diplomato al liceo classico e laureato in lettere, frequenta lo studio di Felice Carena e comincia a partecipare alle prime rassegne di pittura dal 1934.
Lo studio, perché lo Stefani non si abbandonò alla pittura per soddisfare l’istinto che gli diceva di riprodurre la realtà oppure le sembianze di essa, ma per creare un percorso di ricerca che dal cromatismo materico giungeva, attraverso svariate tecniche, all’astrattismo.
Di questo stile pittorico Cesare Stefani fu l’artista lucchese, forse a quel tempo l’unico, che riuscì a costruire una maniera propria di realizzare una singolare pittura. Comunque era anche costretto a dipingere in maniera che con l’astratto non aveva niente da spartire. Questo era necessario perché lo Stefani viveva aiutato dal suo mecenate Nieri che, pur sopportando l’astratto, desiderava e amava quelle figure che in abbondanza riempivano i suoi quadri.
Ma guardando i quadri, anche molto grandi, in cui scaricava tutto il suo desiderio di abbracciare un cromatismo che aveva la sua personalità, ci si accorgeva che il suo era uno stile che da solo annientava i quasi divertimenti che componeva per soddisfare i propri clienti che erano contenti di essere appagati da un gusto elementare. Ma l’astrattismo dello Stefani era una maniera di dipingere originale che, pur affiancando alle figurazioni cromatiche di particolare studio le figure lineari, viveva di uno spazialismo coloristico creativo. Insomma Cesare Stefani era un pittore astratto di estrema sensibilità anche se le necessità della vita lo costrinsero spesso a rinunciare alla sua passione per rifugiarsi in una specie di figurativismo che aveva comunque i suoi appassionati clienti.
Numerose le mostre in Italia e in Europa delle sue opere, tra le quali Lerici, La Spezia, Pontedera, Orvieto, Pisa, Lucca, Firenze, Prato, Viareggio, Bruxelles, Rotterdam, L’Aia, Bergamo, Venezia, Francoforte, Colonia, Amburgo. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.
Mario Rocchi