PAOLO MANDOLI
Cronaca

L’arcivescovo si mette in cammino. Ascolto e dialogo con le comunità

Giulietti in tre anni visiterà le 33 ‘Comunità parrocchiali‘ e le 2 ‘Chiese-nella-città‘ di Lucca e Viareggio

L’arcivescovo si mette in cammino. Ascolto e dialogo con le comunità

Dopo 34 anni l’Arcidiocesi di Lucca torna a vivere una visita pastorale. Il precedente risale al triennio 1987-1989, ai tempi dell’arcivescovo Giuliano Agresti. Guardando alla storia si tratta della sessantaduesima volta. Le precedenti si sono svolte in un arco temporale di circa sette secoli, a cominciare dal 1357.

Domani 6 ottobre nella chiesa cattedrale di Lucca alle ore 18.30, l’inizio della visita pastorale con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Paolo Giulietti che nei prossimi tre anni visiterà tutte le 33 "Comunità parrocchiali" e le 2 "Chiese-nella-città" di Lucca e Viareggio, articolazioni territoriali volute dal Sinodo negli anni novanta e concretamente attuate nell’Arcidiocesi di Lucca dal 2020. Alla solenne messa in cattedrale sono convocate le rappresentanze di tutte le comunità parrocchiali, clero e laici, e tutti i fedeli che desiderano partecipare a questo momento inaugurale.

La celebrazione coinciderà anche con l’inizio della prima tappa della Visita pastorale che fino al 26 ottobre interesserà la città di Lucca. A seguire toccherà a Viareggio e poi, da febbraio 2024, la visita si sposterà nella Valle del Serchio.

Come indicato dal Direttorio pastorale dei Vescovi "la Visita pastorale è una delle forme con le quali il vescovo mantiene i contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio per conoscerli, esortarli alla fede e alla vita cristiana, per vedere con i propri occhi, nella loro concreta efficienza, le strutture e gli strumenti destinati al servizio pastorale".

La prima visita pastorale del terzo millennio non si fermerà alla sola conoscenza, ma punterà a progetti e cambiamenti difficilmente attuabili senza la chiarezza di un quadro d’insieme.

"Nel quadro della riforma avviata dal Sinodo degli anni novanta ’90, la Visita – ha spiegato monsignor Giulietti – individuerà il grado di integrazione pastorale nelle singole Comunità parrocchiali, anche in vista di una migliore distribuzione del clero e di un diverso assetto degli Enti ecclesiastici. Promuoverà soprattutto la scelta missionaria, che apra le Comunità al territorio, rifuggendo le tentazioni conservative. Sarà occasione di un confronto sull’agire collegiale del clero e sulla corresponsabilità dei laici, per una Chiesa davvero sinodale. Affronterà anche il tema della gestione del patrimonio, anche per avviare una prassi amministrativa più affidata ai laici. Infine servirà a verificare le chiese principali delle Comunità, affinché rispondano ai criteri della Riforma liturgica conciliare, in vigore da oltre 60 anni, affinché ne sia garantita ai disabili la piena accessibilità, con dispositivi adeguati e stabili. Il tema della Visita pastorale è tratto dal capitolo 19 del Vangelo di Luca: è la frase rivolta da Gesù a Zaccheo, il ricco pubblicano che, nel desiderio di vedere il Signore che passa, non esita ad arrampicarsi su un albero per ovviare alla propria bassa statura. La visita pastorale è un auto-invito del vescovo per suscitare non la preoccupazione di sentirsi giudicati o l’ansia di fare bella figura, ma la gioia di un incontro sorprendente".