Lanfri e Coda conquistano la cima più alta dell’Africa

Successo per i due alpinisti che hanno raggiunto la vetta del Kilimangiaro. L’impresa è volta a sostenere una raccolta fondi per il progetto benefico Ktok

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L’abbraccio della vittoria, della mèta raggiunta nonostante fatica, sofferenza e tanto sacrificio. Andrea Lanfri e Massimo Coda si sono abbracciati sul tetto d’Africa, sui 5.895 metri del Kilimangiaro. Per Andrea si tratta della terza vetta del progetto Seven Summits, dopo Monte Bianco ed Everest, con cui si propone il raggiungimento delle sette cime più alte dei vari Continenti. Sarebbe il primo pluri-amputato a riuscirci e sicuramente non lascerà niente al caso pur di raggiungere anche questo grande traguardo.

Ci sono persone, come Lanfri o come Zanardi prima dell’ultimo incidente, che hanno dato e stanno continuando ad offrire speranza e voglia di confrontarsi con il mondo malgrado le difficoltà. "Due uomini e una gamba" ironizzano e sdrammatizzano gli stessi Andrea e Massimo.

Sì, perché Andrea, ha perso entrambi gli arti inferiori e sette dita delle mani nel 2015 a causa di una meningite con sepsi meningococcica. Massimo, nel 2009, è rimasto vittima di grave incidente in montagna che ha compromesso la funzionalità della gamba destra. Sono seguiti anni di interventi chirurgici fino alla drastica decisione di farsela amputare per poter ritornare alla sua vita. I due, insieme, hanno scalato il Monte Bianco, il Monte Rosa, la Marmolada, il Gran Paradiso e ora il Kilimangiaro.

"Volevamo vedere l’alba dalla vetta, è stato incredibile". Sono queste le prime parole di Andrea Lanfri, direttamente dal punto più alto del continente africano. "Una salita molto bella, che ti accompagna dalla foresta pluviale ai deserti alpini, fino a raggiungere i ghiaioni lavici della vetta". Dall’ultimo campo i due hanno impiegato 5 ore e 30 minuti per raggiungere il punto più alto. Lanfri è poi sceso in autonomia, facendo ritorno al campo in solo un’ora e 30 minuti. Ma la spedizione non è ancora terminata. Scesi a valle sono infatti subito ripartiti alla volta del Monte Kenya, la seconda cima del continente africano, tecnicamente più difficile rispetto a quella appena raggiunta. Nella vita ci sono obiettivi più importanti di una conquista alpinistica, Andrea lo sa bene.

Come il progetto KtoK, con gli amici di World Friends e Custom Regeneration, per la raccolta fondi collegata alla scalata di Andrea alle due principali cime d’Africa sostiene il recupero di vecchie carrozzine a rotelle che, dopo essere state ricondizionate, vengono portate nel cuore dell’Africa e offerte alla popolazione locale.

Massimo Stefanini