“La sinistra è tornata alla vocazione minoritaria“

Alberto Baccini (Italia Viva) riflette sul nuovo corso del Pd dopo il voto

“La sinistra è tornata  alla vocazione minoritaria“
“La sinistra è tornata alla vocazione minoritaria“

"Le continue sconfitte elettorali della sinistra e del Pd in particolare non provocano gioia o soddisfazione e ancora meno spirito di sterile rivincita ma, al contrario, sofferenza e soprattutto rimpianto e nostalgia profonda". E’ questa l’opinione di Alberto Baccini, coordinatore di Italia viva Lucca, nel commentare l’esito delle amministrative di una settimana fa. "Qualche anno fa – prosegue Baccini – per la sinistra italiana passò il treno della vita: un treno nuovo, moderno, europeo, riformista, pieno di vitalità e di energia creativa simile a quella locomotiva di Guccini che ‘divorava la pianura‘ e che sembrava anticipare il futuro. All’inizio di questo passaggio ci furono incertezze, dubbi e molte ostilità ma poi, a poco a poco, cominciarono in molti a salirci sopra, ad assaporare con piacere questo vento di novità assoluta. Travolti dall’entusiasmo di una corsa straordinaria che portò a risultati esaltanti e forse storici molti si ricordarono però di essere di sinistra e scesero quasi subito dall’altro lato del treno e dal 4 dicembre del 2016 si sono accovacciati sulla pensilina di una stazione immaginaria e stanno ancora lì in attesa di un altro convoglio che non passerà mai più… Giorgio Gaber – prosegue Baccini – diceva che ‘la realtà è un uccello che non ha memoria e devi indovinare da che parte va‘ e il cacciatore più abile è quello che riesce a cogliere l’occasione giusta con quel minimo di anticipo che serve prima che l’uccello (la realtà) sia volato via. La sinistra italiana che, come il maldestro cacciatore di Gaber, arrivava perennemente in ritardo per un momento poteva assaporare l’ebbrezza dell’anticipo, la capacità di immaginare il futuro delle nuove generazioni prima degli altri con l’intelligenza e la fantasia che gli erano sempre mancate. La sinistra ora è tornata tristemente alla sua vocazione originaria, si è riappropriata del suo storico dna che è quello di essere minoranza permanente, magari elitaria e saccente con quel malcelato desiderio di voler cambiare gli italiani quando invece sarebbe sufficiente cambiare l’Italia con le riforme dando a tutti le medesime opportunità di partenza ed esaltando il coraggio delle decisioni e il senso di responsabilità individuale. Da questo punto di vista la segretaria Schlein interpreta perfettamente questo nuovo corso che è in realtà il più vecchio di tutti e i risultati elettorali si vedono: avevano detto che ‘non ci avevano visti arrivare…‘ si sbagliavano, li hanno visti benissimo!".