La piscina della discordia Sindaco in commissione Raspini: "Il caso è politico"

La Commissione controllo e garanzia affronta la vicenda del manufatto realizzato e poi rimosso nella villa del presidente della Geal, Gianmarco Mancini.

La piscina della discordia  Sindaco in commissione  Raspini: "Il caso è politico"

La piscina della discordia Sindaco in commissione Raspini: "Il caso è politico"

Il capogruppo di centrosinistra al Comune di Lucca Francesco Raspini ha ottenuto ciò che voleva. Ieri mattina, in commissione “Controllo e garanzia” di cui è presidente, si è presentato il sindaco Mario Pardini. In discussione i chiarimenti sul presunto abuso della piscina di proprietà del presidente della Geal, Gianmarco Mancini. In commissione, oltre a Raspini e al sindaco, erano presenti Daniele Bianucci (Sinistra con), Lido Fava capogruppo di FdI, Armando Pasquinelli capogruppo della Lega (e legale dello stesso Mancini), Stefano Pierini della lista Lucca 2032 e i dirigenti del settore edilizia privata Michele Nucci e della polizia municipale Maurizio Prina.

Soddisfatto solo in parte Raspini: "Ringrazio il sindaco perché la sua partecipazione è stata apprezzata, evidentemente ha ritenuto importante esserci; ma l’aspetto politico sulla vicenda, appare oggi, semmai, ancora più grave".

La piscina dell’ex deputato leghista Mancini, lo ricordiamo, era stata autorizzata "a carattere precario" e le "strutture completamente rimosse dopo 12 mesi dal rilascio". Così reca l’istanza di accoglimento dell’autorizzazione da parte del Comune di Lucca, risalente al 14 gennaio 1998. "Le relazioni effettuate dagli uffici del Comune a seguito della richiesta dei controlli in data 10 novembre 2022 – afferma Raspini – hanno ampiamente documentato con il drone la permanenza del manufatto, compresi gli annessi in muratura, come si evince anche dalla rilevazione tramite Google". Prosegue Raspini: "Il fatto che sia stata rimossa come riferitoci dai controlli effettuati in data 31 gennaio, non ha impedito alla polizia municipale di Lucca di inviare notizia di reato alla procura per abuso edilizio aggravato". Raspini affronta l’argomento dal punto di vista politico: "La cosa che ci sorprende – prosegue il capogruppo – è che il sindaco Pardini fosse a conoscenza della notizia di reato già dell’8 febbraio scorso; credo – prosegue – che la questione sia squisatamente di carattere politico, perché la magistratura farà le proprie valutazioni; quindi ho chiesto al sindaco se veramente pensa di continuare a riporre fiducia nei confronti del presidente di Geal, alla luce di questi fatti: è un incarico fiduciario, Pardini si assuma le sue responsabilità in tal senso".

Anche Daniele Bianucci parla di "un dato politico che non possiamo trascurare; nei prossimi mesi – spiega il consigliere – la città dovrà decidere sul futuro di Geal e del servizio idrico integrato".

Ma il sindaco, non ci sta e replica a Raspini e Bianucci: "Come ho detto in commissione e confermato dai dirigenti presenti, non ho mai chiesto informazioni inerenti la vicenda in essere; certo, dallo scorso 8 febbraio sono informato della trasmissione degli atti in procura quale atto dovuto ma non posso certo sapere se a questo seguirà un provvedimento dell’autorità giudiziaria; sulle scelte riguardanti il servizio idrico, come ho giò detto in campagna elettorale, le decisioni saranno corali: riguarderanno la holding, i consulenti, ovviamente sarà importante il ruolo del presidente: ma fino a quando non ci saranno riscontri giudiziari certi, confermo la mia fiducia in Gianmarco Mancini, persona professionalmente capace e competente". Poi Pardini chiude avanzando un dubbio: "La piscina insiste in una proprietà della famiglia di Mancini: pottebbero esserci altri soggetti in causa, non lo sappiamo, pertanto una corretta prudenza mi sembra doverosa".

Maurizio Guccione