
‘La‘ sindaco di Altopascio Sara D’Ambrosio
Lei preferisce farsi chiamare sindaco, ma non si offende se qualcuno declina la sua carica al femminile.
La pensa così ‘la‘ sindaco di Altopascio, Sara D’Ambrosio, che interviene nel dibattito suscitato dalla battuta di Beatrice Venezi a Sanremo (”chiamatemi direttore e non direttrice d’orchestra”). Lo fa, D’Ambrosio, mettendo alcuni puntini sulle ‘i‘.
"Se mi viene chiesto cosa preferisco, rispondo sindaco – spiega – ma non sento il bisogno di precisare il fatto di utilizzare il maschile, va bene anche ‘sindaca’. Mi fa tristezza però quando l’espressione viene utilizzata per screditare il ruolo che ricopro o per prendere in giro la mia persona: sottolineano ‘la sindaca‘ in un modo che non farebbero mai (perché in effetti non c’è bisogno di farlo), se al mio posto ci fosse un uomo, come se questo fosse l’elemento che già fa muovere una critica, che già rende meno incisiva e quindi più debole o più criticabile la mia azione amministrativa, il mio lavoro alla guida di Altopascio. Quando succede rifletto e penso che allora sì, in questo caso specifico e per tutti i casi in cui una parola viene utilizzata per denigrare, prendere in giro, sminuire il valore di una donna in quanto tale".
"Il linguaggio – conclude D’Ambrosio – è sostanza e il rispetto nei confronti di una donna passa anche da esso. Parole, modi di fare, ironie che generano e alimentano stereotipi e pregiudizi, che giustificano comportamenti inaccettabili: tutto questo deve diventare argomento quotidiano, tema portante della nostra società, per arrivare al punto in cui non ci sarà più bisogno di parlarne".
Massimo Stefanini