REDAZIONE LUCCA

La Badia di Pozzeveri

Baluardo di fede e roccaforte lucchese contro il nemico. Quella che in principio fu il risultato di una vocazione e...

Baluardo di fede e roccaforte lucchese contro il nemico. Quella che in principio fu il risultato di una vocazione e di uno stile di vita monacale, divenne in seguito semplicemente un avamposto militare a guardia di un territorio e di un confine strategico. Non era la sola e, nonostante la vicinanza di altre due strutture religiose di grande importanza lungo le sponde del lago di Sesto o di Bientina, seppe acquisire fama propria. Se ad Altopascio, da tempo, aveva preso piede l’antico e famoso Hospitale del Tau e se a guardia dei confini tra Lucca e Pisa lungo il Lago di Bientina, c’era la rinomata Badia di Sesto, a Pozzeveri, alla fine dell’XI secolo, fu eretta un’altrettanta famosa Abbazia.

Erano stati tre religiosi, Teuperto, Omicio e Bonizzo a voler creare una comunità in questa zona, per svolgere la loro missione, fatta più di opere che di preghiere, con l’obiettivo di bonificare quelle terre paludose e renderle produttive a grano e cereali. Un lavoro faticoso, ma contagioso che seppe conquistarsi le simpatie dei tanti pellegrini di passaggio lungo la via Francigena che, nel tempo, ebbero a fare cospicue donazioni a quella Badia.

Ma prima di loro, a dare stabilità e "forza" economica a quella comunità era stata la famiglia dei Porcaresi, una delle più influenti e ricche del territorio, che la prese sotto tutela. E così quel luogo sacro che aveva inglobato la preesistente chiesa di S.Pietro di Pozzeveri divenne, nel 1103, un monastero, gestito da una comunità di dodici monaci camaldolesi, le cui proprietà occupavano gran parte dei territori circostanti e anche oltre, da cui derivavano cospicue rendite annuali.

Ma per potersi difendere dai tentativi di briganti o anche eserciti di passaggio, assunse presto l’aspetto di una piccola fortezza, dotata di alte mura e un castelletto mentre all’interno custodiva i preziosi magazzini dove stivare i raccolti, una cantina e un granaio. Ma nulla potè, nel 1325, per scongiurare la distruzione, conseguente alla grande battaglia tra gli eserciti di Lucca e Firenze di cui si trovò suo malgrado testimone e protagonista indiretta. Proprio sui suoi terreni si accamparono i fiorentini e qua non trovarono scampo sotto i colpi dell’esercito di Castruccio. Fu l’inizio della fine per la Badia di Pozzeveri e per i suoi monaci costretti ad abbandonarla e a rifugiarsi a Lucca e anche quando si spensero gli echi della grande battaglia, non fu possibile restaurare un clima di pace e serenità su questa fascia di territorio, continuamente invasa nel Trecento, da eserciti e compagnie di ventura, determinandone una rapida decadenza.

Fu così che nel 1408 il Papa Gregorio XII soppresse la potente Abbazia passando tutti i suoi beni e rendite al Capitolo dei Canonici di S.Martino. Ormai aveva perso la sua identità religiosa e presto fu riconvertita dalla città in preziosa roccaforte e ultimo baluardo a difesa dei confini lucchesi, con Altopascio che divenne stabilmente di pertinenza fiorentina.