
Cava Buca sospesa dal Parco Apuane per "lavorazioni difformi dal progetto autorizzato". L’ordinanza del presidente Alberto Putamorsi (nella foto) parla chiaro: si impone la riduzione in pristino per il sito della Henraux nel bacino Retro Altissimo, a seguito delle verifiche di carabinieri forestali, guardiaparco, federazione speleologica toscana e tecnici del comune che hanno imposto lo stop all’attività per non aver rispettato la prescrizione di compatibilità ambientale. In sostanza ci sarebbe stata "tardiva comunicazione da parte della ditta relativa all’intercettazione di una cavità carsica durante le fasi di ribaltamento di una bancata". Esulta l’associazione ambientalista Apuane Libere che attraverso i propri volontari ha messo insieme un ricco dossier e intende costituirsi parte civile. "Le lavorazioni – spiega Gianluca Briccolani presidente dell’associazione – hanno intercettato ben due cavità carsiche censite al catasto regionale: la Buca della Neve di Cava Fondone sventrata di ben 15 metri in lunghezza e la Buca sopra Cava Fondone, quando invece le prescrizioni intimavano alla ditta di fermare le lavorazioni qualora quest’ultime avessero intercettato l’ambiente ipogeo. Sempre durante il sopralluogo, sono emerse vistose criticità in materia di inquinamento degli acquiferi da marmettola. Questo scempio si poteva benissimo evitare e rimarrà sulla coscienza di tutti quegli enti che durante le conferenze dei servizi, invece di rilasciare pareri di compatibilità ambientali con competenza ed imparzialità, sono assenti. Lo avrebbe capito anche un bambino che quella zona è troppo fratturata per riavviarvi l’escavazione: eppure il Parco Alpi Apuane concede rinnovi, deroghe e proroghe delle proroghe come non ci fosse un domani e noi di Apuane Libere cercheremo di dispiegare ancora più sentinelle ambientali in tutti i comprensori del lapideo apuo-versiliese. Nell’ultimo consiglio direttivo abbiamo deliberato di costituirci parte civile in un eventuale processo intentato ai danni della ditta. Invitiamo l’amministrazione comunale di Seravezza – conclude Briccolani – ad attivarsi prontamente, non solo revocando la concessione alla ditta Henraux ma dismettendo tutta la zona alle pendici settentrionali del Monte Altissimo in quanto caratterizzata da numerose cavità di cui ben 24 assorbenti censite nel catasto regionale delle grotte e meritevole pertanto di essere salvaguardata".
Francesca Navari