REDAZIONE LUCCA

Incendio all’oleificio Stefanini. L’impatto ambientale secondo Arpat

Secondo l’agenzia regionale non ci saranno, per fortuna, significative ricadute al suolo dopo il rogo

L’intervento dei vigili del Fuoco al magazzino andato a fuoco (Foto Alcide)

L’intervento dei vigili del Fuoco al magazzino andato a fuoco (Foto Alcide)

Elevata dispersione degli eventuali inquinanti e quindi una forte diluizione degli stessi. Tutto questo fa ritenere che, dal punto di vista ambientale, non ci saranno, per fortuna, significative ricadute al suolo. Così si esprime l’Arpat sulle conseguenze dell’incendio verificatosi nel pomeriggio di domenica 28 luglio e proseguito per tutta la notte all’oleificio Stefanini, nel centro di Altopascio, sulla via Romea, sotto il cavalca autostrada, in linea d’aria a pochi metri dal corso principale e dal palazzo municipale. E l’Agenzia Regione Protezione Ambiente Toscana, tra l’altro, ha richiesto al Comune di Altopascio di valutare l’emissione di un provvedimento affinché il proprietario provveda alla messa in sicurezza ambientale del sito ed alla rimozione di tutti i rifiuti presenti.

In particolare, in attesa dei risultati analitici, rimozione dei frammenti di tettoia in fibrocemento caduti al suolo, nonché la rimanente parte della copertura ancora sul posto. Nel rogo sono andati bruciati diversi materiali, tra cui 90.000 litri di olio vegetale ed altri beni (cisternette in plastica, bottiglie in vetro, profilati in plastica, tettoia in materiale composto da lamiera e poliuretano e cartoni per imballaggi). Il personale dell’Agenzia, intervenuto sul luogo, ha inoltre osservato che una tettoia di fibrocemento (circa 20 metri quadrati), era stata parzialmente danneggiata dall’incendio.

Al fine di confermare la presenza o meno di amianto è stato eseguito un campionamento del materiale. In ogni caso, i frammenti della tettoia, solo in parte danneggiata, sono rimasti in un’area all’interno dell’azienda. Considerate le dimensioni ridotte della tettoia e la piccola percentuale di compromissione della stessa, vista la durata ed ampiezza dell’incendio, nonché la temperatura e l’altezza della colonna dei fumi, dovrebbe esserci stata una discreta dispersione.

Malgrado il meteo sia piuttosto critico, la ricaduta al suolo non dovrebbe avere incidenze rilevanti. Come si ricorderà, ci fu anche preoccupazione, furono evacuati gli edifici circostanti, fermata la circolazione su autostrada e ferrovia e i vigili del fuoco dovettero lavorare per ore per domare tutti i focolai. Sulle cause i tecnici stanno ancora lavorando per ricostruire esattamente la dinamica dell’accaduto.

Massimo Stefanini