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Impianto pannolini di Salanetti. Il ministero manda gli ispettori

La decisione presa dopo le richiesta di chiarimento avanzate dal deputato di Fdi, Riccardo Zucconi

Riccardo Zucconi deputato FdI e Segretario di Presidenza alla Camera

Riccardo Zucconi deputato FdI e Segretario di Presidenza alla Camera

Il ministero dell’ambiente ha deciso di inviare i propri ispettori assieme a quelli dell’Ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a verificare se sussistono o meno le condizioni per la realizzazione dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti tessili e dei pannolini che Retiambiente vuole realizzare a Salanetti.

La notizia arriva direttamente da Roma, per il tramite del deputato Riccardo Zucconi (FdI), Segretario di Presidenza alla Camera, e che da tempo segue da vicino l’evolversi dell’iter autorizzativo. Sull’argomento ha presentato al ministero per l’ambiente una interrogazione e successivamente anche una ampia memoria dettagliando tutte le criticità del progetto.

Zucconi ha sollecitato anche l’altro dicastero competente, quello del Pnrr in quanto i fondi per la realizzazione dell’impianto provengono proprio dal piano europeo di ripresa e resilenza, a far luce sui tempi di realizzazione che si sarebbero dilatati dopo la decisione di cambiare ubicazione: dalla zona di Frizzone a quella Salanetti. Una scelta che ha anche provocato un aumento dei costi previsti per la realizzazione e dei volumi, quindi dell’impatto ambientale.

Nella memoria Zucconi chiedeva si facesse luce sulla problematica di consumo della risorse idrica, oltretutto in una zona interessata al fenomeno della subsidenza, da parte di un impianto fortemente ”idroesigente“. Ma anche sulle criticità della rete fognaria dell’area che presenta sfioratori e by pass tra la zona di Salanetti e il depuratore Aquapur. Il deputato di FdI metteva anche in risalto la procedura autorizzativa a dir poco farraginosa: da una parte la Regione ha negato l’esistenza dei presupposti per la Via (valutazione di impatto ambientale) – procedura che avrebbe di per sé fugato ogni dubbio – e dall’altra modificando poche ore prima dell’approvazione il piano regionale dei rifiuti, eliminando il requisito delle distanze minime delle abitazioni, prima previsto in 200 metri che avrebbe impedito la costruzione dell’impianto di Salanetti.

Insomma, una serie di elementi che hanno spinto il ministero a fare un’ispezione ‘in loco‘ assieme ai tecnici dell’Ispra che, ricordiamo, è un organismo autonomo di valutazione del rischio ambientale.

Francesco Meucci