DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Il vinile tira ancora: ecco “Monolith“

Dopo tanti anni oggi in città riapre un negozio di dischi. I titolari: "E’ una passione che unisce giovani e adulti"

di Daniele Masseglia

La puntina del giradischi che si appoggia sui solchi del vinile, facendo partire le note precedute dal classico fruscìo, è una magia mai sopita e che miracolosamente sta unendo diverse generazioni. Un rituale che fa scaldare i cuori non solo ai cosiddetti “boomer“ ultra50enni ma anche ai nativi digitali, attirati da una scoperta per loro inedita. E per trovare il crocevia di questa passione non ci sarà più bisogno di emigrare altrove perché oggi sulla provinciale Vallecchia, a sud dello “Stagi“, alle 15 inaugura “Monolith dischi“, attività che in città e in Versilia mancava da una vita.

Merito di una coppia di amici che hanno la musica nel sangue: il pietrasantino David Picchi, per 20 anni volto noto di “Mondodisco“ in Passeggiata a Viareggio (chiuso nel 2019), e Andrea Tognetti, della Vaiana, ex membro della band versiliese di heavy metal classico Axevyper e proveniente dal mondo del marmo. Anche il nome dell’attività non è casuale trattandosi di un omaggio a Maurizio “Godzilla“ Passaglia, storico chitarrista della metal band versiliese Monolith scomparso nel 2020 a 60 anni per un brutto male. "Ci conosciamo da tempo – raccontano – e questo per noi è il coronamento di un sogno. Abbiamo iniziato a cercare un fondo nel dicembre 2019, poi il lockdown ha bloccato tutto e per un po’ ci siamo dedicati alle fiere del disco portando in giro il nostro materiale. ’Monolith’ incarna quello che volevamo fare e che abbiamo finalmente realizzato: lavorare con ciò che più ci appassiona è un privilegio". David e Andrea hanno suddiviso il negozio in due sezioni, entrambe arredate con poster e locandine di gruppi e concerti alle pareti: l’ingresso con gli scaffali pieni di vinili (33 e 45 giri) ma anche di musicassette, cd, e in futuro libri e hi-fi, e una nicchia dedicata all’heavy metal. La scommessa è partita: "Nel 2005 le case discografiche dissero ’stop’ alla stampa dei vinili perché il mercato stava cambiando con tutta quella musica digitale e liquida che si poteva ascoltare con gli I-pod. Questo passaggio ha fatto mancare generazioni di acquirenti – concludono – ma la riscoperta del vinile sta avendo un doppio effetto benefico: far tornare gli over 50 alla loro gioventù e offrire ai giovani una novità assoluta, un supporto che non conoscevano. Lo consideriamo un investimento artistico come quando si acquista un quadro: più passano gli anni e più aumenta di valore".