“Il Trovatore“ Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

“IL TROVATORE”

Vand’ho visto “il trovatore” avo’ undicianni.

Fatigo ancora per capi’ ‘llibbretto,

figuriamoci vand’ero ‘n barbagianni

portato al Giglio per ‘un anda’ a letto.

Rimasi fulminato. Mai successo.

Sentivo l’emozione che gonfiava,

vel groppo ‘n gola sempre più compresso,

‘na ‘ommozione che mi sconquassava.

La mùsia er’andata a ‘nsinuassi

‘ome la linfa vando va alle foglie.

‘Ome la frana sgretola anche ‘mmassi,

‘un aveo desideri, un aveo voglie;

godevo di vel semplice cullassi,

come chi trova ‘l sogno, e lo raccoglie.

Magìa che mai nessuno mi po’ toglie.