Il Tar dice ‘no‘ al ricorso di Gini. La sinistra resta fuori dal consiglio

La candidata di Capannori Popolare si era appellata al tribunale contestando lo scrutinio dei voti

Il Tar dice ‘no‘ al ricorso di Gini. La sinistra resta fuori dal consiglio

Nicoletta Gini, candidata sindaca alle amministrative con Capannori Popolare

Il Tar della Toscana ha rigettato il ricorso di Nicoletta Gini, candidata a sindaco per il gruppo Capannori Popolare alle ultime amministrative, e quindi rimarrà fuori dal consiglio comunale. Rimane al suo posto Pio Lencioni, consigliere Capannori 2034 che avrebbe lasciato il suo posto alla candidata sindaca qualora eletta.

Lo stabilisce la sentenza numero 1055 del 19 settembre del Tar Toscano alla presenza dei magistrati Alessandro Cacciari, (presidente), Andrea Vitucci (primo referendario) e Katiuscia Papi (secondo referendario).

La Gini, rappresentata dall’avvocato Carlo Andrea Gemignani, contestava la proclamazione degli eletti, con la mancata attribuzione del seggio a Capannori popolare che ha messo nel mirino i verbali delle operazioni dell’Ufficio elettorale delle sezioni 1, 6, 8, 18, 22, 29, 31, 32, 35, 36, 45, 48, 50, 51, 52 e dei relativi risultati, con particolare riferimento alla discordanza tra voti espressi ai candidati Sindaco, voti al solo Sindaco e voti attribuiti alla lista o gruppi di liste ad essi collegati.

Secondo Gini, si doveva verificare anche il riparto proporzionale in esito al quale l’Ufficio Centrale ha provveduto alla determinazione del numero dei seggi spettante a ciascuna lista , assegnando il seggio corrispondente al quoziente più basso (divisorio numero 24) alla maggioranza (quoziente 831,25, lista "Capannori 2034") così escludendo la lista "Capannori Popolare" (quoziente 829). "All’esito del primo turno elettorale, con la maggioranza assoluta dei voti validi, si legge nel corpo della sentenza - è risultato eletto Sindaco il candidato Giordano Del Chiaro con la seguente graduatoria: Giordano Del Chiaro (voti 13.870), Paolo Rontani (voti 7.488), Nicoletta Gini (voti 887). Quest’ultima ha proposto il presente ricorso lamentando che sebbene la lista a suo sostegno abbia ottenuto un totale di voti validi superiore alla soglia di sbarramento del 3%, la cifra elettorale della stessa (pari a 829) risulta inferiore all’ultimo quoziente utile".

Il ricorso è stato respinto in sostanza per tre motivi: la giurisprudenza è consolidata nel considerare solo le anomalie procedimentali gravi, lasciando la volontà dell’elettore come principio base per i casi meno nitidi. Inoltre, lo scarto tra il totale dei voti validi, il totale dei voti attribuiti al solo sindaco e il totale dei voti della lista sostenitrice, come replica correttamente la difesa comunale, può essere spiegato con il "voto disgiunto". Infine, non si ravvisano gli estremi affinché si possa ritenere che i vizi denunciati da Capannori Popolare siano tali da aver inficiato l’intero meccanismo elettorale.

Massimo Stefanini