Il Pd critica la società pubblica “Dove pensa di trovare 10 milioni”

I consiglieri di opposizione contestano la scelta dell’amministrazione Pardini per salvare l’azienda “Continua a navigare a vista e sembra accontentarsi di vivere alla giornata senza una linea precisa“.

"L’amministrazione Pardini – anche sul tema del servizio idrico – continua a navigare a vista e sembra accontentarsi di vivere alla giornata, provando a nascondere con la comunicazione l’assenza di una linea precisa".

Lo sostengono i consiglieri di opposizione del Pd che bocciano la proposta di rendere totalmente pubblica la gestione dell’acqua così come accennato dal sindaco giovedì scorso durante la seduta della commissione Idrica nella quale il consigliere Pd Chiara Martini aveva cautamente aperto verso questa ipotesi.

"La soluzione proposta in commissione – si legge in una nota del Pd – anche rianalizzata a freddo, a nostro giudizio non sta in piedi. E ciò sulla base di semplici valutazioni che avrebbe potuto fare anche lo stesso Pardini se non fosse preso dall’ansia di polemizzare con la precedente amministrazione per nascondere la propria insicurezza e se soprattutto scegliesse di farsi consigliare da professionisti, anziché dagli amici che ha nominato in alcuni posti chiave".

"Visto che il Comune ha deciso che potrà fare da solo con una sua azienda speciale a partire dal 2025 – prosegue la nota – dove pensa di trovare i quasi 10 milioni di euro necessari all’operazione, corrispondenti alla quota di valore corrente dell’azienda che andrebbe corrisposto al socio privato, Acea Spa? E’ realistico, dopo un’istruttoria di poche settimane, fatta presumibilmente solo sulla carta da parte di uno studio di geologia e ambiente pagato pochi spiccioli, ritenere sussistente il requisito dell’approvvigionamento idrico da ‘fonti qualitativamente pregiate‘?".

Per i consiglieri del Pd, ci sono dubbi sul fatto che le riserve idriche dei pozzi lungo fiume siano "qualitativamente pregiate" per la storica mancanza di fognature dell’Oltreserchio, così come è dubbio che che possa ritenersi integrato il requisito dell’uso efficiente della risorsa, nell’ambito di una gestione in autonomia.

"E’ più credibile ritenere che l’amministrazione precedente sia stata ‘distratta‘ e che non abbia mai sondato questa possibilità con l’Autorità idrica Toscana – conclude la nota – oppure che quella attuale stia buttando fumo negli occhi, facendo credere possibile una cosa che possibile non è, solo per nascondere la propria totale assenza di linea e le proprie divisioni interne tra chi vorrebbe approdare nella Multiutility e chi vorrebbe insistere in una difficile salvaguardia dell’esistente per motivi di politica regionale?".