“Il migliore dei mondi“. Il nuovo film di Capatonda e la tecnologia del 1999

Il protagonista catapultato in un universo parallelo di un 2023 dove il progresso è stato rallentato. Tutto esaurito al cinema Astra per la presentazione dell’opera in uscita il 17 novembre su Prime .

“Il migliore dei mondi“. Il nuovo film di Capatonda e la tecnologia del 1999

“Il migliore dei mondi“. Il nuovo film di Capatonda e la tecnologia del 1999

Al bagno di folla di Lucca Comics & Games, Maccio Capatonda non fa più caso: "É la mia quarta volta qui - ha confermato – e ormai ci sono abituato. La cosa più bella è quando fai il tratto dalla porta delle mura al centro in van: la gente guarda e dice “è Maccio“, ma non indicano me".

E il solito “tutto esaurito“, al cinema Astra, ha accolto Maccio e i co-registi, Danilo Carlani e Alessio Dogana, del suo nuovo film “Il migliore dei mondi“, in uscita il 17 novembre su Prime, la storia di un uomo comune del millennio digitale catapultato in un viaggio analogico in un mondo parallelo, ma con la tecnologia ferma alla data spartiacque del 31 dicembre 1999. Maccio ha spiegato subito il perché di tre registi: "Per anni ho fatto tutto da solo e facevo fatica a fare attore e regista. Con Danilo e Alessio lavoro da 15 anni e siamo anche un collettivo, “Senegal“. Credo che si capisca che ci sono più visioni. Il contraddittorio serve, discutiamo, anche, ma siamo amici e c’è anche molto cazzeggio, ma costruttivo".

Il film è ovviamente divertente, ma stavolta i motivi di riflessione sono più forti: "Ridere o riflettere stanno 50 a 50" secondo Carlani e Dogana. Per Maccio invece: "50 fa ridere, 48 fa riflettere, 2 parcheggiare, 4 telefonare e 2 fa ca..are. Fa 108? E allora?".

"La comicità e la scrittura questa volta sono diverse – ha aggiunto Capatonda – perché non c’è un personaggio “forte“. È un po’ che cerco di fare cose che hanno più al centro la storia. E poi c’è realismo. L’argomento è meno comico, è più una commedia: forse per me è una transizione. Le gag però ci sono". Nel protagonista Ennio Storto c’è molto di Maccio: "Lui è un’estensione di me stesso – ha confermato – al 7580%. Il difficile è interpretare quel 20%, perché alcune situazioni le devi vedere diversamente da come le vedi tu in automatico. La passione per il porno è un fil rouge. Ennio è il me di sei anni fa. Oggi il mondo è molto “safe“, non siamo abituati alla noia, all’imprevisto, alla difficoltà e questo ci rende aridi, anti-emotivi, freddi, non empatici. Noi però non diamo giudizi, che lasciamo al pubblico".

I tre amici-registi hanno citato poi come ispirazione la serie “Black mirror“, ma anche “Ritorno al futuro“, Philip Dick, la “Alice“ di Lewis Carroll e per Maccio la sua serie preferita “Clinica 56“ e “Se mi lasci ti cancello“ di Michel Gondry. "Ma questo film – ha concluso – può essere, chissà, l’episodio pilota di una nuova nostra serie, Black Maccio".

Paolo Ceragioli