REDAZIONE LUCCA

Il medico va in pensione E nessuno la sostituisce

Allarme degli assistiti della dottoressa Maria Saveria Adami di Ponte a Moriano “Sono mesi che interpello l’Asl, ma non ho riscontri. Serve una deroga“

L’appello arriva alla nostra redazione da più voci degli abitanti della zona di Ponte a Moriano, dove con il 30 dicembre la storica dottoressa Maria Saveria Adami, lascerà l’ambulatorio di medico di famiglia (massimalista) e andrà in pensione. E dopo? Una domanda che al momento non ha ancora trovato risposta. “L’Asl non ci dà relazione - dicono gli abitanti – eppure il problema è serio. La dottoressa Adami segue tante zone disagiate per ubicazione, compresa tutta la Brancoleria. Se non verrà sostituita con un medico operativo in un ambulatorio in loco, e al momento non abbiamo riscontri in tal senso, resteremo “orfani“. E sarà un problema serio soprattutto per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi e che necessitano di più assistenza. Un medico che ha l’ambulatorio a Lucca non verrà mai a visitare a casa chi sta in cima a un monte”.

I nodi sono più di uno, come spiega la dottoressa Adami che, tra l’altro, ha atteso il limite massimo per andare in pensione, senza farsi sconti, persino in tempo di Covid quando le incombenze sono aumentate al moltiplicatore. “Avrei una sostituta molto in gamba che potrebbe assicurare un’ottima continuità - dice la dottoressa Adami -, ma il problema è che non ha fatto il corso di tre anni che è stato posto come obbligatorio e questo è uno degli aspetti che tarpa le ali a chi invece avrebbe tutti i requisiti e l’esperienza maturata per essere medico di medicina generale. A monte c’è anche il filtro, a maglie troppo strette, che si continua ad applicare con l’accesso a numero chiuso alla facoltà di medicina, quando invece c’è un enorme bisogno di medici”.

“Sono mesi che chiedo all’Asl di interessarsi al problema perchè, se è vero che ogni medico è libero di aprire l’ambulatorio dove ritiene, è ugualmente vero che questa zona presenta disagi, soprattutto per gli anziani, dovuti soprattutto alla morfologia del territorio – sottolinea la dottoressa Adami – . E’ chiaro che un medico che apre a Lucca verrà difficilmente a trovare con una certa continuità un paziente a Aquilea. E’ un ostacolo oggettivo di cui l’Asl non può non tenere conto”. La via d’uscita? “Ad esempio potrebbe essere quella di attivare un’apposita deroga aumentando il numero dei pazienti per i medici che sono già massimalisti e che già operano nella zona di Ponte a Moriano”, suggerisce la dottoressa. La sabbia nella clessidra scorre via veloce: il 30 dicembre è già troppo vicino e le ansie degli assistiti aumentano senza trovare risposte utili. Ma, ce lo confessano a chiare lettere, non intendono arrendersi.

L.S.