
La Via Francigena come percorso turistico culturale: Camaiore rappresenta una tappa importante recuperata grazie al lavoro di tanti. L’impatto positivo sui flussi turistici dopo gli interventi di ristrutturazione, valorizzazione e promozione condotti dalla Regione Toscana con i Comuni sulla Via Francigena, ha avuto un effetto di 613.000 presenze in più nel decennio 2009-2019. È quanto riporta uno studio di Irpet, istituto regionale per la programmazione economica, che ne aggiorna uno precedente realizzato nel 2014. "Lo studio dimostra come il nostro lavoro – ha affermato il presidente della Regione Eugenio Giani alla presentazione della ricerca – ha avuto effetti di grandissimo rilievo sia dal punto turistico che culturale su tutti i 27 comuni toscani attraversati dal percorsi principale della Via, ma anche su quelli limitrofi, che son il doppio. È un esempio della nostra opera di valorizzazione delle aree interne della Toscana. I percorsi slow che abbiamo promosso, sono un esempio tangibile di come intendiamo valorizzarli, esportando gli interventi fatti, in tutta la nostra regione. Attraverso la Francigena, intervenendo su tutte le numerose diramazioni di quella che era l’austrada dell’epoca, possiamo entrare infatti in tutte le sue articolazioni della Toscana diffusa e delle sue aree interne".
E capita infatti spesso di incontrare pellegrini a piedi che imboccano la via che da Pietrasanta, Camaiore e Massarosa conduce a Lucca. Il 19 settembre prossimo è in programma la manifestazione sportiva con tre percorsi da poter affrontare come passeggiata sportiva anche con bambini e cani. La stagione attuale è poi consona a tale cammino che incarna storia, sport e cultura. L’analisi della Regione si fonda sulla possibilità di indicazione delle strutture ricettive e dei dati relativi ad arrivi e presenze turistiche. Ciò che emerge sembra rafforzare l’ipotesi dell’esistenza di un differenziale di competitività specifica attribuibile alla presenza del cammino rispetto a territori simili ma più distanti. Arrivi, presenze e numero di strutture aumentano via via che ci si avvicina alla Francigena: ad esempio, entro i 10 km la variazione percentuale è, rispettivamente per ciascun parametro, del 62%, 35% e 40%, mentre tra 10 e 20 km scende a 30%, 12% e 30%, rispetto alle strutture situate a un raggio di oltre 20 chilometri.
E’ stato in particolare Carlo Alberto Carrai, presidente del Consorzio di promozione turistica della Versilia, a dedicarsi, da assessore al turismo, a rilanciare concretamente il nostro percorso. "Un afflusso molto buono – aggiunge il consigliere provinciale Iacopo Menchetti – con parametri di presenze sempre in ascesa". Menchetti si occupa dell’ostello di Valpromaro dove si svolgono anche i corsi di formazione per gli ospitalieri. Alla Badia esiste un’altra struttura di accoglienza gestita dalla Pro Rock di Grazia Vigiani: si tratta di oltre venti posti letto adesso purtroppo ridotti a causa delle norme anti Covid.
"L’attenzione che i comuni della Versilia devono rivolgere al percorso italiano più vicino al mare della via Francigena deve essere molta – sostiene Carrai – : può essere “ il mare dell’entroterra”. In questi anni molto è stato fatto, ma molto è da fare. Eventi come “Francigena amica“, che nascono dalla intuizione avuta anni fa nel trovare un professionista serio come Gabriele Biancalana della società Stops che la portasse avanti negli anni, sono la riprova dell’importanza di credere nelle ricchezze che già abbiamo, valorizzandole".
"Personalmente – conclude Carrai – consiglio anche i molti privati che insistono sul percorso che ancora non lo fanno di rinnovarsi accogliendo i pellegrini come ospiti e di trovare nuove opportunità aprendo ostelli e luoghi di convivio dedicati ai pellegrini, è il nuovo turismo emozionale il nostro futuro. Per conoscere le normative sulle opportunità offerte dalle leggi regionali per l’apertura di ostelli e altro basta, andare sul sito della Regione o su quello della Via Francigena per affiliarsi e sostenere il percorso".
Isabella Piaceri