
Le temperature di questi giorni costringono i lucchesi a starsene alla larga anche dai viali alberati. E cresce la preoccupazione per il cambiamento climatico e l’impatto delle attività inquinanti.
Le Mura di Lucca si svuotano per il troppo caldo. Il monumento cittadino, di giorno solitamente meta di sportivi, runner e famiglie, regna la desolazione. Solo dopo le 17, quando l’aria diventa più sopportabile, i lucchesi tornano a uscire per godersi una passeggiata.
“Di solito quando ho il turno su Lucca vengo a correre sulle Mura, ma ieri ho dovuto rinunciare: troppo caldo, non si respirava”, conferma Luca Guazzelli, autista di pullman extraurbano. Le temperature oltre i 35 gradi, e l’umidità elevata rendono difficili anche le attività quotidiane.
Abbiamo chiesto ai cittadini in che modo cercano di resistere al caldo: molti consigliano di idratarsi costantemente, evitare le ore più calde e cercare refrigerio in aree verdi e spazi ombreggiati. Anche una passeggiata richiede cautela: chi non vuole rinunciare sceglie percorsi con alberi e si muove solo nel tardo pomeriggio.
Simona Benedetti, insegnante di scuola materna, osserva: “Amo l’estate, ma non la desidero più come un tempo. Prima la attendevo con gioia, ora è diventata una stagione di resistenza. Esco solo con un cappellino in testa, sperando di trovare ombra. Per fortuna sulle mura non hanno tagliato gli alberi: lì si riesce ancora a passeggiare. Ma nel centro storico la situazione è diversa, lì il calore è opprimente. Persino andare al mare è diventato complicato”. Benedetti insiste sull’importanza di dotare le scuole e i campi estivi di sistemi di ventilazione, umidificatori e aree ombreggiate. “I bambini hanno diritto a giocare all’aria aperta, ma questo caldo non lo permette. Servono investimenti per creare spazi freschi, sicuri e piacevoli anche nei mesi più critici”.
“Muoversi sta diventando faticoso, è una situazione che ci preoccupa per le future generazioni. Servono investimenti e precauzioni adesso” dichiara Ilaria Peruzzo. Molti cittadini vedono nel cambiamento climatico la causa principale di queste estati torride. “Non c’è più cura della natura”, denuncia Benedetti. “Si disbosca, si abbattono foreste per fare spazio alle coltivazioni e le grandi potenze come Stati Uniti e Cina continuano a mettere a rischio il pianeta molto più di noi“. Le fa eco Fabrizio Perfetti: “Il mondo brucia. Il surriscaldamento globale non è più un rischio futuro, è già presente”.
Non tutti, però, sono d’accordo. Giuseppe De Domenico e Gianna Ronzitti, che si rinfrescano in piscina nei pressi di Lucca, dichiarano: “Per noi è solo un ciclo naturale, come le stagioni. Ma quest’anno il caldo è davvero fuori dal comune: sembra di essere a Sharm el-Sheikh”. Cresce l’uso dei condizionatori, con conseguenze ambientali e consumi energetici in aumento. I cittadini condividono l’urgenza di rimboschimento urbano, ombreggiature, spazi verdi e sistemi di raffrescamento naturale. Solo così, dicono, le città potranno diventare più vivibili. Il caldo estremo sta già lasciando segni profondi e la preoccupazione è rivolta soprattutto alle generazioni future. Se non si interviene ora, il rischio è di doversi abituare a estati sempre più invivibili.
Alice Petri