“Il babao...“ Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

IL BABAO

Il telefano azzuro ‘un esisteva.

Potean gonfiatti e spaventatti a morte.

E tra labbrate e mostri ‘un si sapeva

chi ti volea mangia’ dietro le porte.

I ‘mmorti ti pigliavan per i piedi

vando dormivi, e l’orco sott’al letto

lo sentivi ansima’, “e se ‘un ci credi

stanotte ariva perché me l’ha detto”.

Ma era ‘l babao la grande mi’ ossessione,

perch’era senza forma, disumano;

era votato alla mi’ punizione.

“Ti porta via, ti tiene per la mano,

‘un si pole guardallo, fa ‘mpressione,

‘un torni più da vel che vai lontano”.

Il buio mi levava la ragione.

Ma niente luce. La ‘mploravo ‘nvano.

‘Un è stata ‘na gran bella stagione.