IL BABAO
Il telefano azzuro ‘un esisteva.
Potean gonfiatti e spaventatti a morte.
E tra labbrate e mostri ‘un si sapeva
chi ti volea mangia’ dietro le porte.
I ‘mmorti ti pigliavan per i piedi
vando dormivi, e l’orco sott’al letto
lo sentivi ansima’, “e se ‘un ci credi
stanotte ariva perché me l’ha detto”.
Ma era ‘l babao la grande mi’ ossessione,
perch’era senza forma, disumano;
era votato alla mi’ punizione.
“Ti porta via, ti tiene per la mano,
‘un si pole guardallo, fa ‘mpressione,
‘un torni più da vel che vai lontano”.
Il buio mi levava la ragione.
Ma niente luce. La ‘mploravo ‘nvano.
‘Un è stata ‘na gran bella stagione.