
Damasco Rossi (Cna Lucca): “Imprese diminuite rispetto al 2024 ma il problema è soprattutto questo picco estivo di chiamate“.
Gli introvabili. Sono soprattutto loro, gli idraulici. Tirati per la giacchetta da tutti, bombardati di telefonate, appaiono nelle case come un miraggio. In quel caso fanno sentire il cliente un “fortunato“, conto finale a parte. Sono gli angeli – per tanti ma non per tutti – che salvano dall’afa, in questo periodo quasi costantemente alle prese con il montaggio dei condizionatori. Dalla quantità di richieste inevase – telefonate a vuoto, promesse di sopralluoghi disattese – è facile tirare le conclusioni: sono pochi. Troppo pochi, così come i preziosissimi “tuttofare“ in grado di risolvere le piccole magagne di casa. E le statistiche in parte confermano.
“In provincia – dichiara il direttore di Cna Lucca Damasco Rosi – secondo i dati al 31 dicembre 2024 della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest, le imprese di installazione di impianti elettrici, idraulici e altri lavori di costruzione e installazione sono in totale 1.331 di cui 1.055 artigiane, in calo dell’1.8% rispetto all’anno precedente. Tra queste, in particolare, le aziende di installazione di impianti elettrici sono 612 di cui 474 artigiane e le aziende di installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, ovvero quelle in teoria più attinenti a lavori di cui si tratta, sono 668 di cui 554 artigiane”. “Può accadere – prosegue - che in certi periodi dell’anno, soprattutto a ridosso o nel pieno dell’estate, quando la domanda cresce vertiginosamente e c’è un’alta concentrazione di richieste di installazione di impianti di condizionamento, le imprese abbiano difficoltà a soddisfare in tempi brevi la clientela, non solo a causa del numero complessivo delle imprese attive ma anche in virtù di altri fattori indipendenti”.
“Cna Lucca è costantemente impegnata sul fronte della formazione – conclude Rosi - per attirare giovani verso le professioni artigiane, attraverso corsi svolti sul territorio, non solo perché si tratta di professioni altamente qualificanti, ma anche perché c’è una forte domanda di addetti specializzati, che oggi potrebbero essere lavoratori dipendenti ma che in futuro prossimo potrebbero creare a loro volta un’impresa”.
Laura Sartini