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Giochi di strada tradizionali: il “chinè“, noto già nel Medioevo

Giochi di strada tradizionali: il “chinè“, noto già nel Medioevo

Prosegue la rubrica periodica curata da Simonetta Simonetti sui giochi di strada tradizionali, più o meno conosciuti

Chinè (detto anche Cambrì, mira dritto, tira lesto)

E’ un gioco di strada che ha mantenuto nel tempo la sua attrattiva e il ricordo. Alcune varietà nel regolamento si poggiano sulle particolarità della comunità che le ha conservate. Le sue origini ci indicano che nel Medioevo era già annoverato tra i giochi di abilità fisica e condannato perché recava disturbo a cose e persone.

Per giocare servono due pezzi di legno, uno lungo 60 centimetri, l’altro di 12 centimetri, quest’ultimo con le punte affusolate. Si posa il pezzo piccolo a terra e lo si batte sulla punta per farlo alzare dove si ribatte e lo si fa volare lontano. Questo è al tiro più lungo che già consente una certa competizione personale. La fase più avvincente è la disputa di una partita a squadre. Le squadre sono composte da quattro giocatori che fanno a turno i battitori o i ricevitori. Per questa competizione esiste un vero e proprio regolamento scritto grazie alla memoria orale collettiva e quella autobiografica. Oggi non si gioca più nelle strade ma in spazio aperti o protetti da alte reti.

Simonetta Simonetti