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Gianni Schicchi, opera comica basata su una beffa

Gli alunni approfondiscono "Gianni Schicchi" di Puccini durante la conferenza del prof. Sarti, collegando l'opera comica alla Divina Commedia e al contesto storico-culturale dell'epoca.

Gianni Schicchi, opera comica basata su una beffa

Nell’ambito del percorso di conoscenza delle opere di G. Puccini, gli alunni hanno avuto la possibilità di ascoltare una conferenza tenuta dal professor Emiliano Sarti su “Gianni Schicchi”. Si tratta di un’opera comica, su libretto di G. Forzano, che racconta un episodio del Canto XXX dell’Inferno di Dante e fa parte del Trittico. La vicenda si svolge a Firenze nel 1299 e racconta la storia di questo personaggio che, attraverso un inganno, si finge Buoso Donati, in realtà già morto, per dettare un testamento al notaio. Donati, infatti ha lasciato i propri beni ai frati del convento di Firenze e per questo i parenti hanno deciso di rivolgersi a Gianni Schicchi, bravo contraffattore di ogni uomo sia con la voce che con i gesti e di mettere in atto una beffa: quando però arriva il suo momento, l’astuto Gianni si prende gioco di tutti e riserva per sé tutti i beni più preziosi. Al termine, dopo l’uscita di scena del notaio e dei due testimoni, il calzolaio e il tintore, Schicchi osserva la figlia Lauretta e Rinuccio Donati, nipote del defunto Buoso Donati, che amoreggiano e, rivolgendosi al pubblico, dice di aver agito in questo modo per renderli felici. Il professor Sarti ha fatto anche ascoltare ai ragazzi alcune arie famose come “O mio Babbino caro” cantata da Lauretta e “Firenze è come un albero fiorito” cantata da Rinuccio. “E’ stata un’iniziativa interessante - spiegano alcuni alunni delle classi seconde - perché oltre a conoscere un’opera di Puccini comica abbiamo potuto collegarla alla Divina Commedia e al contesto storico culturale dell’epoca”.