“È un soggetto pericoloso”. Gianluca Paul Seung aggredì per due volte il vigilante del tribunale

Prima la colluttazione, poi lo spray al peperoncino dritto negli occhi. "Era molto alto il rischio che facesse veramente del male a qualcuno"

Vincenzo Santagata, 36 anni, coordinatore della sicurezza in tribunale

Vincenzo Santagata, 36 anni, coordinatore della sicurezza in tribunale

Lucca, 24 aprile 2023 – “Quando ho letto la notizia che il presunto aggressore della dottoressa Barbara Capovani era stato fermato, di fronte a quella descrizione, mi si è gelato il sangue". A parlare è Vincenzo Santagata, 36 anni, coordinatore della sicurezza del tribunale. Prima ancora che il nome e la foto di Gianluca Paul Seung diventassero virali, a Santagata erano bastate poche informazioni per pensare subito a lui. Lo conosce bene. Per ben due volte, il 35enne di Torre del Lago lo ha aggredito in via Galli Tassi. Prima a dicembre 2021, quando voleva entrare a tutti i costi perché in possesso “di rivelazioni urgenti“. "Gli uffici erano chiusi al pubblico - ricorda Santagata - ma lui non voleva sentire ragioni. Faceva discorsi deliranti. Con uno scatto improvviso ha attraversato il cortile e si è lanciato verso la porta a vetri. A quel punto, insieme ad un collega, lo abbiamo fermato". Ne è nata poi una violenta colluttazione dalla quale il vigilante ne uscì con lesioni al volto. Seung, per quell’episodio, ricevette un foglio di via da Lucca per 3 anni.

Dopo due mesi, a febbraio, il 35enne era tornato in tribunale per assistere a un’udienza a suo carico. "Quando gli ho fatto notare che non indossava la mascherina - racconta Santagata- prima mi ha sputato in faccia e poi, quando ho provato a bloccarlo, mi ha spruzzato lo spray al peperoncino sugli occhi". In quel caso Seung venne arrestato per violenza a pubblico ufficiale e il giorno dopo finì agli arresti domiciliari. Il pm aveva chiesto per lui il braccialetto elettronico, vista la sua attitudine ad evadere, ma i braccialetti scarseggiavano due anni fa, così come oggi.

“Da quell’episodio - continua - quando veniva in tribunale per le udienze, era sempre scortato e io evitavo di incrociarlo, visti i precedenti". Nel curriculum di Seung ci sono anche tante violazioni alle misure. Solo un mese fa, il 30 marzo, ha completamente ignorato il foglio di via, quando ha scatenato il caso in questura. Doveva, a detta sua, sporgere una denuncia. Poi ha iniziato a illustrare scenari paradossali e inverosimili, finendo con usare sempre il solito spray urticante addosso ai presenti. Quel giorno se la cavò con una denuncia per la violazione e per resistenza a pubblico ufficiale. "Ha dimostrato più volte di essere pericolo e imprevedibile. Il rischio che potesse fare veramente del male a qualcuno, era grande. E purtroppo così è stato" chiude Santagata.

Uno degli ultimi processi a suo carico, dopo una perizia psichiatrica che lo delineava come soggetto “ad elevata pericolosità sociale“, si è chiuso con l’assoluzione perché incapace di intendere e di volere, ma prevedeva delle misure di sicurezza che in questi casi possono essere la libertà vigilata o il ricovero presso una casa di assitenza psichiatrica. Pare che Seung fosse in lista d’attesa per una Rems, ovvero residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Ma di strutture come queste in Toscana ce n’è solo una, i posti sono pochi e i tempi lunghissimi. Parlare col senno del poi è facile, vero. Ma la tragedia della dottoressa Capovani non può non aprire riflessioni e domande su un sistema evidentemente lacunoso.