
Lucca, 28 settembre 2021 - Destano particolare preoccupazione e sconcerto i fatti avvenuti nella zona di Fagnano e Santa Maria a Colle non distanti dal Serchio, dove, nei giorni scorsi, sono state rinvenute esche avvelenate destinate, evidentemente, ai cani. Si tratta, adesso è possibile dirlo con certezza, di cani da tartufo: un esemplare, infatti, è stato colto da un principio di avvelenamento e affidato alle cure del veterinario. Ma chi può aver disseminato i terreni della zona di “polpette” avvelenate, verosimilmente attraverso un prodotto venefico come il lumachicida? A occuparsi degli sviluppi di questa inquietante vicenda, sono i Carabinieri del Gruppo forestale di Lucca, comandati dal colonnello Raffaella Pettinà.
«Dopo le segnalazioni che ci sono arrivate – afferma l’ufficiale – abbiamo immediatamente effettuato una perlustrazione dell’area e affisso i cartelli di pericolo; ci siamo inoltre rivolti al Comune per la bonifica che, secondo la normativa, è di spettanza dell’Ente". Anche il veterinario che ha preso in cura il cane ha informato l’Azienda sanitaria nord ovest, competente per la parte sanitaria legata all’evento. Il fatto, dunque, potrebbe essere collegato a una o più persone che, arbitrariamente, hanno recintato un’area all’interno della quale nascono i tartufi, sfuggendo così a quanto stabilito dalla legge regionale.
«Le aree da adibire alla raccolta e alla eventuale vendita di tartufi – sottolinea il colonnello Pettinà – sono stabilite da una norma regionale; nessuno, però, può autonomamente adibire un terreno per la raccolta dei tartufi che non rientra nell’area che la Regione Toscana ha individuato; naturalmente stiamo facendo ogni tipo di riscontro e non escludiamo di pizzicare in flagranza di reato chi svolge questa attività in spregio alle regole". Intanto proprio ieri mattina, sul posto si è recata l’unità cinofila antiveleno dei Carabinieri, gruppo forestale di Follonica, un gruppo dell’Arma specializzato per il rinvenimento – come in questo caso – di bocconi avvelenati
«I nostri militari – spiega Pettinà – al momento dei controlli non hanno rinvenuto altre esche avvelenate (nei giorni scorsi, sempre i carabinieri ne avevano individuate 15, ndr ), probabilmente a causa della forte pioggia che si è abbattuta sulla zona domenica pomeriggio e che ha, di fatto, dilavato l’intera area; la nostra attenzione – conclude la comandante dei carabinieri forestali – continua a rimanere alta e, anche nei prossimi giorni, effettueremo perlustrazioni e controlli".
Intanto, fra coloro che si dilettano nella ricerca dei tartufi secondo il rispetto delle norme vigenti, incalza la rabbia: "È inconcepibile – afferma un “tartufaio” che preferisce mantenere l’anonimato, che possano esistere persone così spregiudicate; confesso di non voler fornire le generalità non tanto per me ma per paura che possano fare del male al mio cane".
Maurizio Guccione