REDAZIONE LUCCA

"Mio padre doveva uscire da lì". Rabbia per il detenuto morto in carcere

Massimo Tamagnini stroncato da emorragia cerebrale. Lunedì il funerale

Il senatore Marcucci con il consigliere regionale Baccelli

Lucca, 30 dicembre 2018 - Il ruolo che si era ritagliato tra le pareti del San Giorgio, è quello che in gergo si chiama ‘portantino’: colui che distribuisce i pasti agli altri detenuti. Gli stessi che, a Massimo Tamagnini, ex operaio 55enne originario della Garfagnana, si erano affezionati. L’uomo che in passato aveva lavorato anche al Molino Maionchi nella periferia di Lucca, era malato cronico da tempo. Tra le patologie che lo affliggevano c’era il diabete e un problema al fegato. Entrambe le patologie avrebbero causato anche un aumento dei livelli di ammoniaca presenti nel sangue.

Per questo motivo, durante la sua detenzione per una somma di reati contro il patrimonio, era stata chiesta almeno tre volte la misura alternativa al carcere, cioè il trasferimento ai domiciliari. Dove però Tamagnini non è mai arrivato. Il corpo dell’uomo, dopo l’autopsia eseguita venerdì all’obitorio del Campo di Marte, è stato restituito alla famiglia e sarà seppellito lunedì alle 11 nel cimitero di Castelnuovo in Garfagnana, il funerale si terrà nella chiesa del rione Santa Lucia. Intanto la famiglia si è stretta nel dolore.

Poche parole di rabbia e rimpianto sono uscite dalla bocca della figlia dell’uomo, Michelle. "Le condizioni di mio padre – ha detto, come riporta Lucca in Diretta – non erano compatibili con la permanenza in carcere. Era malato di diabete e al San Giorgio non poteva essere adeguatamente curato perché non c’era dieta adatta, poi aveva una cirrosi epatica e altri sintomi che ne rendevano ancor più dura la vita dietro le sbarre".

A stroncarlo, come è emerso da un primo esame potrebbe essere statao un’emorragia cerebrale.

Il suo caso è già finito in Parlamento. Oltre al senatore Pd, Andrea Marcucci ,che ha annunciato un’interrogazione, la voce è stata alzata anche da Forza Italia. "Ho presentato – ha detto il deputato di Forza Italia, Pierantonio Zanetti - una interpellanza al ministro Bonafede sulla morte nel carcere di Lucca che reputo assai inquietante e meritevole di approfondimento".

Alzata di scudi anche dall’Associazione vittime della strage dei Georgofili. "Seguiremo il caso del detenuto morto – ha detto la presidente Giovanna Maggiani Chelli – e aspetteremo che la magistratura chiarisca perché un detenuto malato cronico sia morto in cella mentre non riusciamo a comprendere come mai delinquenti criminali legati a ‘cosa nostra' stragista, a volte detenuti al 41 bis, godano di scarcerazioni, domiciliari e ricoveri in ospedali d’eccellenza".