"Abbiamo passato cinque anni in mezzo alle difficoltà, ma il bilancio è molto positivo": Ilaria Del Bianco è stata da poco rieletta per acclamazione presidente dei Lucchesi nel Mondo, un’associazione capillarmente diffusa nei cinque continenti e fiore all’occhiello dei tantissimi che nel corso del tempo hanno lasciato le nostre terre. E’ il momento per lei di fare un bilancio degli ultimi cinque anni, particolarmente complessi, anche per la pandemia che ha attanagliato una buona parte del mondo.
"Come ho avuto modo di dire in assemblea, è stato un quinquennio molto particolare, partito con le celebrazioni per i 50 anni della nostra associazione, ma anche con la pandemia che ci ha costretti a cambiare il modo di fare attività anche se, lo dico con soddisfazione, a non interromperla. Abbiamo infatti mantenuto contatto con l’estero grazie alle video conferenze, ma in questi anni abbiamo anche gettato le basi per il rilancio del Museo di Celle, grazie al contributo della Fondazione Cassa e a un bando che ci siamo aggiudicati. Ora, Celle è un museo di rilevanza regionale, un riconoscimento importante anche sotto la chiave delle celebrazioni pucciniane che sono partite quest’anno".
E il futuro cosa riserva?
"Il nostro lavoro non si interrompe e abbiamo importanti obiettivi per i prossimi cinque anni. Innanzitutto dobbiamo modificare le modalità con cui si opera per renderle più attuali e svolgere ancora meglio le nostre attività. In questo senso stiamo lavorando per sviluppare una rete di referenti nel mondo su cui poter contare sia da un punto di vista culturale che economico".
Quanto è cambiato il rapporto con la vostra associazione?
"Sempre più persone decidono di iscriversi presso la nostra sede di Lucca e non in giro per il mondo, questo non significa che debba venir meno l’esistenza dell’associazione all’estero, anzi, ma è un fenomeno, quello del contatto diretto diffuso ormai in tutti i settori grazie prima di tutto alle nuove tecnologie e se ben gestito può generare riflessi positivi".
E quanto sono cambiati i lucchesi nel mondo?
"Molto: rispetto a quando 25 anni fa sono entrata in associazione, i tempi e le esigenze sono profondamente cambiati, oggi ci troviamo a confrontarci con oriundi di seconda e terza generazione e con persone che partono ora dalle nostre zone per andare a lavorare o studiare all’estero. Sono cambiate, dicevo, le esigenze: ora si cerca particolarmente una dimensione culturale delle proprie radici per riscoprire la propria identità".
Fabrizio Vincenti