
Lotta allo spreco, valorizzazione della filiera corta, sostegno a famiglie fragili. Sono i tre obiettivi che legano il progetto “Conserve“, sul riutilizzo delle eccedenze alimentari. Produrre passate di pomodoro, marmellate, succhi di frutta, zuppe, trasformando prodotti ortofrutticoli provenienti da raccolti in surplus.
Tutto ciò sulla base dell’economia circolare e civile, capace di mettere al centro la sostenibilità ambientale e la solidarietà umana. Questa l’importante mission del progetto che domani e domenica inaugura il proprio laboratorio di trasformazione di prodotti ortofrutticoli situato a Camigliano, in una parte ristrutturata dei locali della Cooperativa “Rinascita“.
Nell’occasione è in programma un Open day dalle 11 alle 17 di entrambi i giorni per far conoscere ai cittadini questa attività e far loro assaggiare i prodotti, nel rispetto della normativa anticovid. L’iniziativa ha preso il via accedendo a finanziamenti attraverso il crowdfunding per Circularicity.
Si è sviluppato grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, dell’otto per mille nell’ambito di Caritas e con un finanziamento della Regione Toscana. La proposta può contare su un’ampia rete di soggetti del territorio che ne hanno curato l’ideazione e la messa in opera: Arcidiocesi di Lucca - Caritas, Cooperativa Agricola Calafata, Cooperative l’Unitaria, “Rinascita“, e “Odissea“, Slow Food Lucca Compitese e Orti Lucchesi, Cooperativa “Solidando Equinozio“, “Scuola ti voglio bene comune“, “Laboratorio Sismondi“, “Ristopain“.
Tutto ciò si colloca, inoltre, nel percorso delineato con la “Piana del Cibo“. L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa. Vi hanno partecipato il vicesindaco del Comune di Capannori Matteo Francesconi, Donatella Turri direttrice di Caritas Lucca, Luca Angeli, della Cooperativa Calafata, responsabile commerciale e coordinatore del progetto Conserve, Enrico Cecchetti presidente della Cooperativa ‘Rinascita’, Marco Del Pistoia de l’Unitaria, Massimo Rovai, di Solidando – Equinozio, Giorgio Dal Sasso presidente della Piana del Cibo.
All’alta sostenibilità ambientale, il progetto affianca un investimento sui temi dell’inclusione lavorativa, immaginando percorsi di inserimento e formazione per soggetti portatori di fragilità. Attualmente nel laboratorio lavorano 4 persone, di cui 2 vulnerabili.
Massimo Stefanini