EMILIANO PELLEGRINI
Cronaca

Calcio a Lucca: crisi di interesse e mancanza di investitori per il futuro della squadra

A Lucca il calcio non interessa: difficoltà nel trovare investitori per salvare la squadra e ripartire dalla serie D.

Mario Pardini

Mario Pardini

Dobbiamo avere il coraggio di dire le cose come stanno. A Lucca il calcio non interessa. Perché altrimenti non sarebbe stata una impresa titanica trovare un gruppo di imprenditori, disposti a mettere fuori, complessivamente circa 350mila euro, prendere la strada della Mediavalle e fermarsi a Ghivizzano, dove il club che fa capo a Marco Remaschi non aspettava altro che cedere il marchio del Ghiviborgo a Lucca e dare quindi la possibilità alla vecchia Pantera di ripartire almeno dalla serie D. E dobbiamo altresì avere il coraggio di riconoscere che il Ghiviborgo ha portato alle lunghe le trattative con il Viareggio, per poi abbandonarle, proprio per aspettare una risposta da parte di Lucca, risposta che non c’è stata e sapete perché?

Perché all’ombra delle Mura il calcio non interessa a nessuno. E per nessuno, intendiamo, proprio nessuno, a tutti i livelli. E ora che succede? Succede che se nel giro di qualche giorno non salterà fuori un gruppo possibilmente serio e solvibile, di gradimento del Comune di Lucca, che mette sul piatto 300mila euro per rilevare il "marchio" del Ghiviborgo, la "palla" arriverà direttamente a palazzo Orsetti ed allora toccherà al Sindaco trovare, sulla "piazza" un gruppo disposto ad iscrivere la Lucchese al campionato di Eccellenza, ricordando che però serviranno, anche in questo caso, dei soldi, da 150 a 200mila euro come minimo. E siamo alle solite. Domanda: ma che fine hanno fatto le affermazioni del tipo: a Lucca non mancano i soldi, Lucca è una città con un tessuto imprenditoriale importante e cose del genere?

Le risposte sono nella realtà di oggi, dal momento che siamo qui a dire che si fa fatica a mettere insieme un gruppetto di "volenterosi" disposti a non far morire del tutto il calcio in città, quando ci sono realtà vicine che attraverso gestioni oculate militano almeno in serie D. E’ altresì strano che anche da parte della tifoseria sia stata scelta la strada del silenzio. Una calma piatta che sa di rassegnazione. E dell’orgoglio di essere lucchesi, che dite? Risposte non pervenute. La verità é più semplice: manca un personaggio carismatico, che abbia la forza economica e non solo per convincere altri ad unirsi attorno ad un progetto soortivo anche di minima, ma serio e credibile, che possa far sì che il pallone continui a rotolare dalle parti del Porta Elisa.

Naturalmente ci sono anche i fatalisti di turno quelli che sperano che da un momento all’altro salti fuori, come di incanto, il "salvatore della patria", ancora una volta dall’esterno e pensi di venire a Lucca a fare calcio, ma che in cambio chiede il sostegno sia delle istituzioni che del mondo imprenditoriale locale, quello che fino ad oggi è rimasto, impassibile, di fronte all’ennesimo fallimento della vecchia Pantera ed ora insensibile di fronte alla possibilità di salvare il salvabile, che dal punto di vista calcistico, vorrebbe dire ripartire dalla serie D, nella speranza di essere ancora in tempo.

Emiliano Pellegrini