Bocciato studente con ‘dsa‘. La madre: ”Troppa superficialità”

La donna racconta la sua esperienza: ”Per i ragazzi con disturbi il sistema scolastico è pieno di falle“

Bocciato studente con ‘dsa‘. La madre: ”Troppa superficialità”

Bocciato studente con ‘dsa‘. La madre: ”Troppa superficialità”

“Ho una storia da raccontare e lo farò senza citare nessuno nel rispetto della privacy di tutti“. Chi scrive è la madre di uno studente della quarta superiore di un Istituto superiore cittadino, che al termine dello scorso anno scolastico ha ricevuto il verdetto più duro: la bocciatura.

“Mio figlio ha dovuto lasciare all’ultimo anno i suoi compagni perchè il consiglio di classe ha ritenuto che non avesse raggiunto le competenze in italiano e storia (unica insegnante), matematica e fisica (unica insegnante). Vorrei sottolineare – aggiunge la mamma – che mio figlio è certificato con disturbi dell’apprendimento. Questo esito negativo alla fine del quarto anno mette in luce il mancato utilizzo delle giuste strategie previste dalla legge 170 del 2010; ancora più incomprensibile se si considera che nelle discipline pratiche di indirizzo i risultati sono stati eccellenti e la media generale delle materie era 6,5“. Rabbia, frustrazione, sono i sentimenti di ieri e di oggi.

“Il preside ci ha scaricato con il consueto mantra: “è per il suo bene“. Ha detto che avrebbe fatto verifiche, ma in realtà la scuola vuole sempre proteggere se stessa – dichiara la mamma –. Così noi ci siamo affacciati alla possibilità di un ricorso al tar. Poi si è visto che le sentenze di questo tipo tendono a tutelare la scuola e i costi non incoraggiano“.

L’intento della famiglia del giovane, che in questi giorni ha ripreso, anche se a fatica e con amarezza, il suo percorso di studi nello stesso istituto, è quello di lanciare un messaggio che possa far presa nelle coscienze.

“Una bocciatura ingiusta e illegittima, e sono d’accordo con noi anche alcuni insegnanti. La situazione di mio figlio e di molti altri ragazzi, rappresenta una grossa piaga del sistema scolastico: per gli studenti con disturbo specifico dell’apprendimento, secondo la legge 1702010 che lo riconosce, non occorre un insegnante di sostegno ma è necessario che i docenti delle varie discipline siano formati e idonei a far comprendere la propria materia a tutti, insegnanti capaci di permettere agli alunni con difficoltà di trovare riscontro nel loro impegno e raggiungere gli obiettivi minimi“.

“E’ un sistema scolastico pieno di falle – denuncia ancora la madre – che esige dedizione e attenzione da parte degli studenti ma non fa nulla per ottenerle, tutela gli insegnanti più incompetenti e spesso lascia nel precariato quelli che veramente potrebbero fare la differenza; un sistema che dovrebbe adeguarsi alle esigenze degli studenti certificati, promuovendo e pretendendo un dialogo tra famiglie, alunni e scuola, all’insegna della collaborazione e dell’utilizzo di un linguaggio pedagogico più efficiente e invece demanda tutto alle associazioni delle quali la maggior parte delle famiglie neanche ne conosce l’esistenza e le attività“.

“Allora io mi domando – continua – è giusto che per ottenere da parte della scuola, il rispetto delle regole morali e l’utilizzo dei mezzi previsti dalla legge 170 del 2010, le famiglie debbano monitorare a 360 gradi l’evolversi delle dinamiche scolastiche, al fine di controllare che insegnanti, dirigenti e funzioni strumentali facciano il loro dovere? È giusto che per ottenere un piano didattico personalizzato efficiente e adeguato alle esigenze dello studente le famiglie e gli alunni debbano, su consiglio delle associazioni, compilare questionari che richiedono tempo e fatica, solo per tracciare le richieste? È necessario che ognuno faccia la sua parte: le famiglie ma anche la scuola“.