Autotrasporti fermi al capolinea “Non c’è scelta, caro-prezzi killer“

Il 4 aprile il comparto tirerà il freno con inevitabili ripercussioni a cascata su tutti i servizi. Confartigianato Imprese e Cna si mobilitano con assemblee: “Dal Governo solo fumo negli occhi“

Migration

Freno a mano tirato il 4 aprile. Gli autotrasportatori scelgono la linea dura con il fermo della propria attività e inevitabili contraccolpi su tutti i servizi. Un’estrema ratio a fronte di incontri giudicati non risolutivi anche e soprattutto sul caro carburante. Nel frattempo, alla Cna di Lucca domani alle 10.30, è prevista un’assemblea degli autotrasportatori della provincia in cui si informeranno gli operatori sulla trattativa con il Governo. “Dagli incontri avuti a livello nazionale – spiega Alessandro Albani, presidente provinciale della categoria degli autotrasportatori – sono arrivati solo ipotesi. Per noi è finito il momento degli annunci. Il rispetto delle regole è essenziale e fondamentale per superare la difficile fase vertenziale in atto, aggravata dall’incremento registrato sul prezzo del gasolio. Le ipotesi di soluzioni, pur apprezzabili, non sono ancora concretizzate in norme, ma restano mere manifestazioni di volontà”.

“A questo si aggiunge la situazione sempre più insostenibile di atti speculativi – dice ancora Albani - come denunciato dal Ministro Cingolani, che mantengono elevato il prezzo del carburante e degli additivi. Riteniamo indispensabile un interessamento diretto della Presidenza del Consiglio per individuare le soluzioni possibili che producano un tetto massimo del prezzo dei prodotti energetici, come avvenuto in altri settori produttivi ed energivori”. Per partecipare in presenza all’assemblea di sabato, nella sede della Cna in via Romana, 615P, nel rispetto delle norme anti Covid 19, è necessario confermare la presenza inviando una email a [email protected] . Sul sito www.cnalucca.it è presente il link per la partecipazione on line, attraverso la piattaforma Zoom.

“E’ l’ora di finirla con le speculazioni – afferma Roberto Favilla (nella foto), direttore di Confartigianato Imprese Lucca –. Ad oggi ancora non è arrivata dal Governo una proposta che possa compensare il caro carburanti che sta facendo chiudere le imprese. Dalla vice Ministra Bellanova solo un vago riferimento ad un futuro provvedimento del Governo che dovrebbe essere emanato per ridurre l’impatto del caro – gasolio sulle imprese, pare attorno ai 15 centesimi per litro, assolutamente insufficienti a soddisfare i trasportatori anche se si prevede un ulteriore calo del gasolio alla pompa vista la riduzione del costo del petrolio. Chiediamo anche la riduzione delle accise, almeno della metà e una serie di norme, che da anni vengono caldeggiate dalla categoria come: l’esigibilità clausola gasolio, adeguamento automatico del costo del servizio di trasporto con il costo del gasolio per rincari oltre il 2%; costi di esercizio obbligatori per contratti verbali; rafforzamento della norma sui termini di pagamento con autorità certa di controllo; regolamentazione efficace delle soste e delle attese al carico si chiede la certezza della sanzione per il mancato rispetto; tavolo delle regole per l’accesso al mercato e alla professione dell’autotrasporto: mancanza di autisti“. Ormai, secondo Confartigianato, il fermo del settore non è più una scelta ma una drammatica necessità. “Non ha ormai più senso indire un “fermo” dell’autotrasporto, perché saranno gli stessi camionisti a stare fermi perché hanno i serbatoi dei loro mezzi vuoti e non hanno più soldi per riempirli“.

“Vice Ministro Bellanova – è l’appello di Confartigianato per voce del direttore Favilla – , tocca a Lei cercare di “ribaltare” una situazione che potrebbe sfociare in forti tensioni sociali, visto il ruolo che il comparto svolge, ogni giorno, per l’economia del Paese. Da tempo il Governo era al corrente grazie alle Associazioni di categoria dell’Autotrasporto di quali erano i problemi, da decenni sappiamo di dipendere per il carburante da altri Paesi, ma niente è stato fatto per risolvere la problematica compreso combattere eventuali situazioni speculative. La soluzione non sta neppure nei “crediti d’imposta”, perché questi gli operatori li vedranno forse tra un anno e mezzo, servono misure concrete, tangibili, immediate, cioè serve uno sconto alla pompa per gli autotrasportatori immediato e non di 15 centesimi“.