“Alba sulle Mura“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

Giovani che si divertono in nottata, ma poi si fermano ad ammirare l'alba che sorge sulla città, con il cielo che si tinge di un tenero chiarore. Un momento di silenzio e di pudore, per accogliere il nuovo giorno che sorge.

ALBA SULLE MURA

S’andava a vede’ l’alba sulle mura,

dopo esse stati a giro a divertissi.

Senza fiata’ davanti alla natura.

Fermi, ‘mpalati, ‘ome stoccafissi.

S’era fatto casino sul Giannotti;

e po’ allo stadio, e po’ al cavalcavia,

a punta’ ve’cculoni tracannotti,

ma le battone ci mandavan via.

La nostra notte ‘mpavida scappava.

S’apriva al tenerissimo chiarore.

Sommesso ‘l solicino scalpitava.

Il cielo volea solo ‘l su’ bagliore.

Cicchettava la luce. E la chetava.

Assorti si carpiva vel pudore

del novo giorno vando si levava.