DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Addio a Menichini, il pittore col cappotto

Il noto artista aveva 74 anni e soffriva di un brutto male. Look bizzarro ed elegante, riversava su tela i suoi sogni e i suoi tormenti

di Daniele Masseglia

Non poteva più dipingere a causa del male di cui soffriva da mesi e che purtroppo si è acutizzato senza lasciargli scampo. Nonostante l’impossibilità, devastante per un pittore, di esprimersi nella forma che più amava, Eugenio Menichini si è fatto forza fino all’ultimo, senza lamentarsi, contando sul sostegno e affetto di chi non l’ha mai abbandonato. Il noto artista si è spento martedì sera all’età di 74 anni alla rsa “Villa Alfieri“ di Lido di Camaiore, dov’era ricoverato dopo il trasferimento dalla “Barbantini“ di Viareggio, lasciando la città orfana di un altro personaggio caratteristico che tutti conoscevano. Originario di Vallecchia, abitava in via Stagi, dove dipingeva, ed era frequente incrociarlo con i suoi inconfondibili e bizzarri cappotti, i colbacchi e i mocassini (amava molto gli abiti d’epoca).

Spesso con sé portava anche una valigetta in cui custodiva disegni da regalare o vendere. Sono moltissimi i pietrasantini che in casa o in negozio tengono appeso un suo paesaggio marino o un ritratto, che realizzava dipingendo un po’ su tutto, ultimamente anche sulla carta da forno. La sua era una pittura espressionista, realizzata in particolare con la tempera e il carboncino, da cui traspariva la sua anima nobile, educata e al tempo stesso tormentata, riflesso di una vita costellata da alti e bassi, vedi i contrasti con il fratello. Anche il suo rapporto con la città oscillava a seconda dei periodi. Una decina d’anni fa si sfogò su La Nazione sostenendo che il Comune non gli aveva mai dato la possibilità di allestire una mostra delle sue opere, tanto da autodefinirsi nemo propheta in patria. Tempo fa era tornato alla carica parlandone con il sindaco Alberto Giovannetti e chissà che la città prima o poi gli renda omaggio con una mostra che tanto desiderava.

Postuma, purtroppo. I sogni di Menichini, che aveva come amico storico il compianto Raffaello Bertoli, scrittore, giornalista ed ex presidente del Premio Carducci scomparso nel 2017, sono franati alla fine dello scorso ottobre, quando i dolori alla cervicale di cui soffriva da giorni peggiorarono. Fu ricoverato dopo che una notte si svegliò senza poter muovere le mani e gli diagnosticarono un male incurabile. Una lunga degenza che gli impedì anche di salutare per l’ultima volta la madre Ines, scomparsa un mese fa a 93 anni (l’unica parente rimasta è la cugina Alfreda). La salma si trova alla cappellina della Misericordia, in via Mazzini, dove stamani alle 10,30 ci sarà la benedizione, a cui seguirà la cremazione. L’ammininistrazione comunale esprime il più sentito cordoglio e vicinanza ai familiari di Menichini.