REDAZIONE LUCCA

Addio a Marchetti, il leone che lottava per i disabili

Una malattia si è portato via a soli 69 anni l’artista ed ex candidato sindaco. Affetto a profusione verso un uomo che combatteva le ingiustizie senza rabbia

Addio ad Enrico Marchetti, 69 anni, artista e scultore e soprattutto ‘amico dei disabili’. "Cosa vorrei per Camaiore? La cura del verde, del lavoro, più spiagge libere, un parco inclusivo per anziani, bambini e disabili": Marchetti aveva sintetizzato in poche righe un progetto elettorale tanto nobile quanto difficile e rivoluzionario.

Un lutto dunque che investe Camaiore lasciandola affranta: a Enrico, che lascia la moglie Paola e i due figli Noema e Geiar, oltre ai fratelli e le sorelle e i nipoti, giungono decine e decine di messaggi di affetto che abbracciano la gente comune, la politica, la scuola, lo sport e la disabilità. Era stato colonna del Centro per l’Impiego e di recente si era candidato sindaco per Camaiore Popolare alle ultime elezioni amministrative, guida di un gruppo di giovani per cui rappresentava e rappresenta un faro di giustizia e umanità.

La sua casa dietro Incaba resta il suo museo, ricca di segni di arte e poesia incantata e civica insieme. Era nato in città, alla Verdina, in una numerosa famiglia ancora molto unita, quartiere dove, da ragazzino, ebbe un incidente durante i giochi coi compagni: salito sopra un palo della luce, riportò una ferita al braccio destro che gli fu in seguito amputato. La vicenda venne ricostruita anche in una trasmissione televisiva. Ciò segnò la vita di Enrico che ha sempre lottato per quel mondo, divenendone un condottiero contro disagi, discriminazione e barriere architettoniche. Mai però con rabbia, ma con la giusta indignazione delle persone sagge e concrete.

E’ stato marito, padre di famiglia, nonno, insegnante e politico illuminato ed appassionato: semplice e forte come un leone sempre, anche come calciatore e tappetaro per la Porta Nuova. Parlare con lui era piacevole e confortante: sapeva combattere giorno dopo giorno senza mollare e senza prevaricare. Era stato presidente di circoscrizione sotto la giunta Bertola, sempre attento alle questioni ambientali, sociali e lavorative, del volontariato, dello sport. Adesso era entrato in consiglio comunale, ma purtroppo per l’aggravarsi delle condizioni di salute, minate da una brutta malattia, la sua sedia era rimasta vuota.

Umile e disponibile, ogni oggetto, ogni angolo in casa è un pensiero e parla di lui, ogni persona ne serba un ricco ricordo. Dal sindaco Marcello Pierucci ai vertici del centro estra locale, agli alunni, i colleghi, dai compagni di partito di Rifondazione, da ogni lista civica fino all’associazione Fiori di Loto e altre, il coro è solo di stima e affetto. Resta il coraggio di essersi candidato fuori dal coro, l’atteggiamento equo, la sensibilità e la voglia di ascoltare e imparare ancora di un bel ragazzo di 69 anni con la ‘criniera’ sciolta che non era diverso come nonno, come insegnante della palestra di Viareggio dei ‘suoi’ disabili premiata anni fa, come politico, come uomo. Mancherà profondamente alla sua Paola, conosciuta e amata fin da giovanissimo, ai figli, ai nipoti, ai parenti e agli amici. Resta la statua del San Francesco, ultima opera da lui scolpita che verrà collocata in centro storico. I funerali oggi alle 16.30 alla Badia, chiesa che ritraeva ed amava, a cura delle onoranze funebri Il Colosseo. Ai familiari le condoglianze de La Nazione.

Isabella Piaceri