
Approfittava delle condizioni di forti difficoltà per alzare le richieste di rientro del prestito. Dopo la denuncia presentata da una donna era scattato l’arresto da parte dei carabinieri .
Prestava soldi ai connazionali con interessi altissimi approfittando anche della condizione di particolare fragilità dei richiedenti. E’ stato condannato a 2 anni con sospensione condizionale della pena e immediata liberazione Cecilio Estevez Quiroz arrestato nello scorso autunno dai carabinieri dopo la denuncia della vittima. Ieri mattina l’uomo originario dalla Repubblica Domenicana, difeso dall’avvocato Davide Garbini del foro spezzino, è stato condannato nell’abbreviato alla pena di 2 anni. Inferiore alla richiesta di 2 anni e 6 mesi avanzata dal pubblico ministero Claudia Merlino. Inoltre il pm aveva chiesto la confisca di tutto quanto sequestrato dopo la perquisizione domiciliare, denaro e gioielli, oltre alla permanenza degli arresti domiciliari. Il giudice Marinella Acerbi lo ha condannato alla pena di 2 anni disponendo la confisca del solo profitto del reato e la restituzione di quanto altro ancora in sequestro. L’uomo era conosciuto per la disponibilità di denaro in contanti ma pretendeva per ogni prestito in denaro interessi altissimi. Rimanendo indifferente anche alla grave condizione di difficoltà economica della connazionale alle prese con la grave invalidità del marito colpito da ictus alla quale si era successivamente aggiunta anche la malattia della sorella a Santo Domingo. Per questo la donna aveva chiesto aveva chiesto aiuto al domenicano. Al prestito di 4 mila euro la donna si era sentita richiedere indietro l’interesse di 80 euro al mese ogni mille euro fino al pagamento dell’intero debito. In due anni la donna aveva restituito al connazionale 6 mila 840 euro di soli interessi. La situazione ormai insostenibile sia dal punto di vista economico che psicologico l’aveva portata alla denuncia ai carabinieri che avevano intercettato le telefonate e fotografato i loro incontri per la consegna del denaro. L’uomo era quindi stato arrestato e dopo 15 giorni in carcere il ricorso al Tribunale del riesame era stato accolto trasformando la misura negli arresti domiciliari.
Massimo Merluzzi