REDAZIONE LA SPEZIA

"Un piano a tinte fosche" Manca l’attività di elezione

La Regione disegna il futuro della sanità ligure. E il Manifesto le fa le pulci

"Un piano a tinte fosche" Manca l’attività di elezione

Le belle parole non mancano. Prevenzione, promozione della salute, interazione nei percorsi di assistenza e così via. Questo e molto altro è contenuto nel Piano socio sanitario regionale della Liguria 2023-2025. Cinquantatre pagine di slide, un assaggio su quello che sarà il piano sanitario ligure per il prossimo triennio che conterrà gli indirizzi programmatici su cui si muove la Regione Liguria. Il Piano vero e proprio deve ancora vedere la luce e prima ancora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale. Ma questi stralci che hanno iniziato a circolare da circa un mese e mezzo a questa parte stanno destando un certo scalpore negli ambienti sanitari, nelle forze di opposizione e nella società civile. A portarlo in primo piano in questi ultimi giorni, Rino Tortorelli in un incontro pubblico organizzato dal Manifesto per la sanità. Tre i punti su cui batte Tortorelli. I 12,5 milioni di euro annui che Asl 5 si troverà a pagare al privato per la realizzazione del nuovo Felettino per un periodo di 25 anni e mezzo. "Risorse sottratte agli spezzini – spiega – per nuovi servizi o per migliorare quelli esistenti". Altro punto è "il San Bartolomeo declassato a struttura di sostegno alle attività territoriali". E su questo non ci dovrebbero essere dubbi se non a fronte di un cambio di dicitura. Nella tabella del Piano 2023-2025 per quanto riguarda il San Bartolomeo si legge infatti – "Ospedale di base distrettuale a forte integrazione con il territorio per le specialità presenti. Ospedale di comunità". Sparita “attività di elezione“ ossia gli interventi programmati. Dicitura ben presente almeno in una delle strutture delle altre Asl liguri. Mentre per il San Bartolomeo dovremo andare a leggere il vecchio piano. Se poi si fa riferimento al Sant’Andrea troviamo “Ospedale di I livello di riferimento per Asl 5 per l’elevata complessità assistenziale“. Insomma le perplessità non mancano e i dubbi diventano mezze certezze quando si va al recente accreditamento, da parte della Regione Liguria, di due sale operatorie e di 60 posti letto all’Alma Mater. Struttura privata che di recente ha recuperato, in parte per conto di Asl 5, anche quelle prestazioni rimaste al palo durante la pandemia.

Terzo punto ma non per questo meno importante è il ventilato "accorpamento tra Asl 4 e Asl 5". Che cosa significa? Quali ripercussioni per i circa 220 mila abitanti? E i primariati nei reparti come verranno gestiti? Anche in questo caso un po’ più di chiarezza non guasterebbe.

Anna M. Zebra