REDAZIONE LA SPEZIA

Un check-up dei principali corsi d’acqua dello Spezzino

Sotto la lente degli esperti soprattutto l’area del Levante: eseguita la classificazione di una quindicina tra fossi e canali della città

Sono alcune centinaia di pagine, zeppe di schede tecniche, tabelle, foto e cartografie sotto il titolo ‘Studio idrologico e idraulico per la definizione delle fasce di esondazione dei principali torrenti, fossi e canali ricadenti nel Comune della Spezia’. Un’analisi ponderosa consegnata al Comune della Spezia dall’associazione temporanea di imprese tra Hydrodata Spa (capogruppo) e Art, Ambiente Risorse Territorio (mandante). Lo studio è strutturato in quattro fasi operative principali: caratterizzazione dell’assetto attuale dei corsi d’acqua, analisi idrologica, analisi idrauliche e definizione delle fasce di esondabilità, indicazione dei possibili interventi per la mitigazione del rischio. In pratica un check-up dei principali corsi d’acqua ricadenti nel comune della Spezia, con particolare riferimento all’area del levante cittadino. L’elenco comprende fossi e canali, una quindicina in tutto, di cui vengono dettagliamene descritti il corso, la classificazione, la portata, il grado di rischio idraulico oltre a molti altri parametri tecnici. Oggetto dell’analisi, corsi d’acqua come i fossi Pezzogrande, Canalone, Pagliari, canale di Fossamastra, torrenti Nuova Dorgia, Vecchia Dorgia, Fosso Cappelletto, Rio Val dell’Ora ed altri. Quale lo scopo dello studio? "I risultati - spiegano gli autori della relazione - costituiscono un aggiornamento e affinamento di maggior dettaglio delle valutazioni di pericolosità idraulica contenute nel vigente Piano di bacino e potranno fungere da base per la ridefinizione delle stesse alla scala territoriale d’ambito, a supporto delle attività di protezione civile e del piano urbanistico". Le risultanze dello studio sono molto diversificate. Significativo però quanto gli autori dell’indagine scrivono nella premessa: "A seguito delle analisi condotte relativamente all’assetto idraulico attuale dei corpi idrici in studio, è emersa la presenza di aree di potenziale esondabilità generalmente più estese rispetto a quanto previsto dalla pianificazione vigente, soprattutto in ragione dell’estensione dell’analisi a tratti di corsi d’acqua a oggi non oggetto di verifiche idrauliche". Un esempio? Il rio Val dell’Ora, "non incluso tra i corpi idrici per i quali nel vigente Piano di bacino sono stati definiti gli ambiti di pericolosità" e di cui "è emersa una generale inadeguatezza del reticolo". E non è l’unico caso.

Franco Antola