
di Franco Antola
La condizione di sofferenza sta scritta tutta nei numeri. Nel 2015 la sede Inps spezzina poteva contare, per smaltire i propri carichi di lavoro – nel frattempo cresciuti a dismisura con l’arrivo degli strumenti di sostegno al reddito, assegno unico universale, naspi e reddito di cittadinanza - su 124 addetti. Oggi siamo a 64, rimasti tali anche con la nascita e la gestione delle istanze pervenute dalle casse previdenziali francesi. Una situazione denunciata nei giorni scorsi da Cgil, Cisl, Uil e formalizzata in un documento trasmesso alla Prefettura per sollecitarne l’ "intercessione" presso il Ministero. Qualcosa si è mosso, ma si tratta - fanno capire i rappresentanti dei lavoratori della funzione pubblica - solo di palliativi, se è vero che nel piano di ripartizione arrivato qualche giorno fa dalla direzione generale dell’Istituto si destinano alla Spezia solo 22 nuove unità. Del tutto insufficienti, concordano Franco Volpi, segretario della Funzione pubblica Cisl, e Marzia Ilari omologa della Cgil, per far fronte a una mole di competenze sempre più onerosa. I numeri, aggiunti ai circa 150 accessi giornalieri da gestire in sede,danno la misura dell’inadeguatezza dell’attuale dotazione organica.
Attualmente, per le prestazioni relative al Polo nazionale della Marina militare attivo dal 1° ottobre 2020 (pensioni di vecchiaia, anticipate, indirette, decreti di ausiliaria, pensioni di privilegio, buonuscite, riscatti ai fini Tfs, posizione assicurative e prestazioni creditizie) si arriva a circa 900 pensioni annue, 1.100 Tfs, 600 riscatti ai fini Tfs, 3000 prestiti (tra erogati e respinti). Al Polo dei carabinieri di Chieti - sottolinea Volpi - allo scorso concorso sono stati assegnati circa 40 neoassunti per quella sola sede a fronte di un bacino di utenza di carabinieri stimato in circa 30.000 unità, il rapporto è di 1 a 3, quindi solo per il Polo Marina alla sede spezzina dovrebbero essere arruolati circa 13 funzionari.
L’altro fronte di impegno straordinario è il Polo convezioni internazionali che si occupa di 10 diverse casse assicurative in territorio francese, nella zona Nord. Un settore che in totale occupa solo due risorse (peraltro impegnate anche in altre attività, come lo sportello o il supporto ad altre prestazioni) oltre a numerosi altri prodotti. In termini numerici significano 1.000 pensioni annue, 1.200 Ecocert, 1.000 red-est. A parte gli organici inadeguati, che non possono non condizionare la produttività della sede (a fronte delle 9 unità entrate in servizio, dal 1 luglio 2019 ad oggi gli uffici spezzini hanno perso 33 addetti per pensionamento, con la prospettiva di numerose altre uscite a breve, anche perché la sede ha solo sei unità sotto ai 50 anni), ci sono poi altri aspetti che il sindacato denuncia da tempo, come la condizione di stress degli addetti. "Il personale – assicura Marzia Ilari – è ormai esasperato, sia per i carichi di lavoro e le nuove competenze sia per la condizione di ‘vittime’ dell’insofferenza e delle proteste, talvolta molto aggressive, degli utenti che lamentano ritardi nell’erogazione delle prestazioni. Una situazione insostenibile tanto più che le carenze si riverberano in gran parte sulle fasce più deboli della società, laddove il bisogno di dare risposte a certe istanze è oltremodo urgente. Una situazione inevitabile visto che la sede spezzina è al 40% della copertura degli organici".
"Senza contare – aggiunge Ilari – il tema dell’area medica, con la copertura del ruolo di dirigente che continua a tardare, anche se ci è stato detto che dovrebbe avvenire a giorni". "Quello che abbiamo ottenuto – conferma Franco Volpi - è il minimo di quello che servirebbe, anche se il nostro intervento a livello confederale ha in parte premiato i nostri sforzi. La città e la sede Inps locale chiedono però molto di più. Spezia è collocata geograficamente a Nord ma è come se fosse a Sud quanto a indice di anzianità degli abitanti e carenze di organico della sede Inps. Il numero degli accessi sono altissimi e la nostra preoccupazione resta quella di dare risposte adeguate a chi è in prima linea e subisce sulla propria pelle le conseguenze di queste gravi carenze".