
Tribunale (foto d'archivio)
La Spezia, 19 luglio 2017 - UCCISE la moglie con il tagliere: rito abbreviato per Lorenzo Ruffini condizionato alla perizia psichiatrica super partes al momento del fatto. A deciderlo il gip del tribunale di La Spezia al termine dell’udienza che si è tenuta ieri mattina davanti al legale per la difesa Salvatore Lupinacci, che vede il suo cliente accusato, allo stato attuale, di omicidio volontario. La difesa aveva presentato una perizia di parte redatta da Giuseppe Bertolini che sosteneva «l’incapacità di intendere e di volere» al momento dell’omicidio della moglie Rosanna Fortunato, 77 anni. Il ctu sarà nominato il prossimo 12 settembre. La notizia segnò profondamente il quartiere di Rebocco.
LA MATTINA del 15 febbraio il l’anziano uccise la moglie con un colpo di tagliere in testa durante la colazione per poi, quando era esanime sul pavimento, riporle un cuscino sulla bocca, bloccandone il respiro, soffocamento che rientra nel capo di imputazione. Ruffini, 83 anni, aveva raccontato che a far scaturire quel tremendo gesto nei confronti della moglie la volontà di non farla vivere in disgrazia economica, causata, a suo dire, da un affare sfumato, un lavoretto artigianale di quelli con cui tentava di arrotondare la pensione, poche migliaia di euro, ma che avevano gettato nel profondo sconforto l’ottantenne. Una ‘commessa’ sfumata dalla Tunisia che aveva creato debiti nelle sue finanze imprenditoriali (aveva preso accordi con vari fornitori per disporre di materiali e pezzi necessari per dare forma ai macchinari dell’auspicata commessa) sarebbe stata la miccia che ha fatto perdere la ragione all’anziano padre di due figli ormai grandi. Una volta commesso il fatto si era fatto a piedi da Rebocco alla caserma dei carabinieri ‘D’Acquisto’ per confessare al piantone il suo delitto e per costituirsi.
ACCADEVA alle 8 di mattina, quando la donna era già morta da un’ora, riversa sul tappeto di sala in una pozza di sangue in una palazzina di via Rossetti, con il volto coperto da un cuscino. All’arrivo dei militari in casa il tragico spettacolo, con vicino scene di vita quotidiana ripetute da sempre: le tazze della colazione abbandonate sul tavolo di cucina, un silenzio irreale.Alcuni mesi fa il legale del Ruffini aveva disposto una perizia di parte. La relazione si era materializzata poco dopo e depositata nella cancelleria del pm Maurizio Caporuscio, titolare dell’inchiesta. In circa 50 pagine, il dottor Bartolini ripercorse lo ’status’ mentale dell’indagato, i problemi pregressi, il coacervo di pensieri che hanno aggravato il suo stato depressivo, innescando l’azione omicidiaria. Il perito di parte accertò nel Ruffini un «disturbo bipolare II» che, connesso alla depressione, aveva inibito la sua capacità di intendere e volere al momento del fatto.