
Ha rinunciato a comparire in aula, probabilmente per il timore di incrociare gli sguardi di qualche cliente beffato. Difeso dall’avvocato Larissa Gagliardini, gioca le carte del rito abbreviato per assicurarsi in partenza lo sconto di un terzo della pena. Così ieri Alex Fodde chiamato imputato della truffa milionaria inferta a 36 risparmiatori, di cui alcuni residenti in città. Il processo si è aperto davanti al giudice Mario De Bellis; primo atto, il disco-verde alla costituzione delle parti civili. Sono arrivati, per questo, avvocati da varie parti d’Italia.
Al capolinea del processo, così, la prima parte dell’inchiesta svolta dalla Guardia di Finanza, quella dalla quale sono emerse responsabilità dirette e inequivocabili di Fodde in relazione alla serie di bluff inanellati tra Lugano, Montecarlo e La Spezia. Partita giudiziaria ancora da definire per altri indagati che gli hanno fatto da sponda.
Fodde è finito a giudizio sotto il peso delle querele e dei riscontri degli investigatori. Il giovane imbonitore - che si spacciava per gestore del fondo d’investimento (inesistente) Mano di Dio - dopo 10 mesi di detenzione (prima in carcere e poi ai domiciliari è ora un uomo libero), con obbligo di firma settimanale della caserma dei carabinieri. All’appello mancano circa 2 dei 4 milioni di euro oggetto degli investimenti. Il pm spezzino ha attivato rogatorie in Svizzera a caccia del tesoro.
Fodde, oltreché di truffa aggravata continuata, deve rispondere anche del reato specifico connesso all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria; è poi imputato di autoriciclaggio per i soldi provento di truffa fatti transitare dai Casinò di Campione d’Italia e Venezia con la causale "pagamento giocata". Le prove sono state raccolte in ordine all’utilizzo di 99.500 euro. Ma il sospetto è che tanti soldi siano stati "bruciati" nei Casinò. Sicuramente sono stati consumati per fare la bella vita e a sostegno delle rappresentazioni con le quali si proponeva come mago della finanza, capace di far fruttare i soldi, con interessi a due cifre. Diceva, ad esempio, di possedere – promuovendosi con foto scattate al loro interno - di un aereo privato e una Lamborghini. In effetti i mezzi-vip erano solo occasionalmente noleggiati per dare corso alla recita. Prossima udienza il 20 novembre.
Corrado Ricci